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Gavoi. Il dono per continuare a vivere.

Ieri all'istituto commerciale l'iniziativa dell'Aido.

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Gavoi. La vita e il dono. Sono queste le parole chiave dell’associazione Aido Sardegna. E ieri nell’istituto tecnico commerciale di Gavoi le hanno volute trasmettere agli studenti in modo semplice e con una testimonianza forte e toccante, quella di Alberto Deiana, padre di Elisa, giovane studentessa universitaria che “ha donato gli organi a milioni di persone”. L’iniziativa è stata promossa dalla sezione Aido locale, presieduta da Lisa Cugusi di Gavoi, che recentemente ci aveva raccontato la sua storia. Protagonista della mattinata, dopo i saluti di Lisa e del preside dell’istituto Giovanni Marcello, è stato il presidente regionale dell’Aido, il professore Paolo Pettinao, medico che da oltre 30 anni si occupa di trapianti. “Non vogliamo convincere nessuno ma solo informare” ha detto in apertura il professore presentando l’Aido (Associazione Italiana per la Donazione di Organi, tessuti e cellule). Un’associazione senza scopo di lucro nata nel 1973 che si occupa di informazione, prevenzione e ricerca. In Italia, ha poi spiegato il presidente, ci sono “9 mila persone in lista di attesa di trapianto. Ogni anno in Italia se ne effettuano solo 3 mila. Questo significa che 6 mila rimangono in attesa e alcune di queste non c’è la fanno”. L’Italia in questo settore è all’avanguardia: “Con 21,8 donatori d’organo per milioni di abitanti ci troviamo al terzo posto tra i Paesi d’Europa, dietro solo a Spagna (35,3) e Francia (25) e davanti a nazioni come Regno Unito (17) e Germania (14,7)”. La Sardegna è al primo posto tra le regioni del centro sud, la terza in Italia. Gli studenti hanno seguito con molta attenzione le parole del professore Pettinao e anche il video promozione del Centro nazionale trapianti. Alla fine della mattinata l’attenzione non è calata, anzi, è stata maggiore quando è intervenuto Alberto Deiana. “Ho subito il dramma più innaturale del mondo, la perdita di una figlia. In momenti come quelli non capisci più nulla, ma con mia moglie abbiamo avuto la forza di donare gli organi di nostra figlia perché questa era la sua volontà. Sappiamo che Elisa non c’è più, ma sappiamo anche che il suo è stato un dono per milioni di persone, per tutte quelle che sono in attesa di un trapianto. Per esperienza personale vi dico: parlatene in famiglia, questa è la fonte di informazione più importante. Io ho perso una figlia ma penso sempre a quei genitori che hanno un figlio in attesa di un trapianto che può non arrivare perché gli organi non si comprano al supermercato. La donazione degli organi è l’espressione massima del donare perché è fatta in modo gratuito, senza aspettarsi nulla in cambio”. Prima di concludere Alberto ha voluto ricordare il ruolo dei medici “che fanno di tutto per salvare la vita umana, e solo dopo l’accertamento della morte pensano all’espianto per salvare altre vite”. Sull’importanza del donare si è soffermato anche Giuseppe Sanna, trapiantato di cuore come Lisa Cugusi e presidente dell’Aido Cuglieri. “Alberto non lo dice – ha poi detto Giuseppe - ma con la moglie stanno dando vita ad una casa di accoglienza a Cagliari. Ed io che ho subito un trapianto so quale è l’importanza di queste strutture”.

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