Dallo studio dei modelli dell’invecchiamento attivo all’individuazione di un nuovo modello di invecchiamento dinamico ed evolutivo. Questo nuovo modello così denominato dai ricercatori della Comunità Mondiale della Longevità presieduta da Roberto Pili ancora una volta cattura l'attenzione della comunità scientifica internazionale.
Infatti, il lungo e preciso lavoro svolto dal gruppo di studio sardo come pure i risultati che vertono sull’analisi della letteratura scientifica sulla semantica dell’invecchiamento attivo e il confronto con i modelli americani, europei e orientali, sono diventati l'argomento principe di un ampio articolo pubblicato in spagnolo nel numero 51 di giugno-luglio 2016, del periodico scientifico internazionale Revista Espanola di Geriatria y Gerontologia.
“Questo importante articolo - sottolinea il Presidente della Comunità Mondiale della Longevità, Roberto Pili - curato dal nostro gruppo di ricerca, nell'ambito di una collaborazione con Donatella Petretto dell'Università di Cagliari, ci gratifica molto perché indica alla comunità internazionale la validità degli studi fatti da noi in Sardegna.”
Da oltre 4 anni il gruppo di ricerca della Comunità Mondiale della Longevità si occupa di studiare la semantica dell’invecchiamento sano ed attivo, analizzando i modelli dell’invecchiamento. Il confronto con le esperienze dei territori della Sardegna ad alta incidenza di centenari ha portato anche alla proposta di un nuovo modello, già presentato il 15 e 16 aprile scorso a Cagliari durante un convegno internazionale organizzato dalla Comunità Mondiale della Longevità. “Il modello dell'Invecchiamento Dinamico ed Evolutivo, già oggetto di numerosi convegni nazionali ed internazionali – riprende Roberto Pili – rappresenta la nuova frontiera della semantica dell'invecchiamento attivo, dove l'invecchiamento non è un fenomeno isolato, ma, diffuso, di comunità, dove si assiste ad un intreccio tra evoluzione del singolo e della comunità.
Altri ricercatori già all’inizio degli anni 80, nel definire l’invecchiamento di successo, avevano sottolineato quanto fosse importante, mantenere un ruolo attivo, avere potere decisionale, autonomia, indipendenza e portare avanti la propria progettualità di vita. Nell'articolo pubblicato nella rivista spagnola e ancor più nelle ricerche svolte da Roberto Pili e Donatella Petretto, si mette in evidenza l'importanza strategica della rete sociale, della comunità e del valore della religiosità nelle diverse declinazioni territoriali: una vera e propria estetica dell'esistenza che consente di dispiegare strategie capaci di limitare il rischio di malattie correlate allo stress.
“L'invecchiamento Dinamico ed Evolutivo – prosegue Pili - rappresenta quindi un virtuoso intreccio tra determinanti genetiche e potenzialità epigenetiche, in un confronto tra stili di vita individuale e comunitaria, ambiente, in grado di stimolare fenomeni di longevità diffusa come si verificano in determinati territori della Sardegna.”
Il gruppo di studio della Comunità Mondiale della Longevità, guidato da Roberto Pili, si è distintio per la forte vocazione alla diffusione delle conoscenze sul tema della promozione dell'invecchiamento sano ed attivo, partendo dalla letteratura scientifica e dalle esperienze di buona prassi presenti nei territori delle Blue Zone. La consapevolezza e la diffusione di buone prassi consente di coniugare la tradizione con lo sviluppo di interventi volti a prevenire forme di invecchiamento patologico e contenere il rischio di sviluppo delle patologie.
“Perché se dobbiamo considerare e valutare la longevità un successo di civiltà non per questo dobbiamo sottovalutare quanto questa rivoluzione implichi trasformazioni che, se non governate, scaricheranno sul complesso sociale ed economico oneri in grado di minarne la sostenibilità - conclude Roberto Pili - promuovere l'invecchiamento sano e attivo nella declinazione Dinamica e Evolutiva rappresenta un asset imprescindibile”.