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ORANI. Respinta la mozione di sfiducia

Sul Comune l'ombra del commissario

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Finisce in parità, 8 a 8, la mozione di sfiducia presentata contro il sindaco Franco Pinna il 12 marzo e discussa ieri sera dal consiglio comunale. Pareggio che evita l’arrivo del commissario prefettizio. L’ultimo anno di mandato si vivrà, però, in bilico. Per passare, la sfiducia aveva bisogno della metà più uno dei componenti il consiglio. Cioè servivano i voti di 9 dei 17 consiglieri che lo compongono. L’ago della bilancia rimane Giuseppina Noli che da due anni non frequenta più i banchi del consiglio. “Andiamo avanti serenamente con chi c’è” ha chiosato il primo cittadino prima di chiudere la seduta.

Dopo una prima parte soft, pian piano i ritmi si sono surriscaldati e non sono mancati i momenti di tensione. Ma il tutto, nonostante il tema in discussione, si è svolto civilmente e nel rispetto reciproco.

Come era ovvio, la maggiore acredine si è notata tra gli ex “compagni di maggioranza”, cioè tra il gruppo del sindaco e quello dei tre dissidenti di Democratici per Orani (Gonario Ladu, Marco Ziranu e Ignazio Noli).

A cominciare è Gonario Ladu che si limita a “confermare quanto scritto nella mozione di sfiducia” e dichiarare “il voto favorevole del nostro gruppo”.

Ad accendere la discussione ci hanno pensato il capogruppo della minoranza Salvatore Porcu e Antonio Fadda che hanno messo sul tavolo della discussione quelli che sono i temi della crisi: asilo nido, fondazione Nivola, parco eolico, Puc.

“Non c’è più una maggioranza – sono state le motivazioni di Salvatore Porcu – Infatti non si convocava un consiglio da quattro mesi. Si è fermato l’ingranaggio politico, per questo riteniamo sia meglio andare al voto”.

“La decisione della sfiducia nasce dalla mancanza di maggioranza – ha detto invece Antonio Fadda – Per noi è stato un atto dovuto presentarla, il buon senso invece vi dovrebbe suggerire di dimettervi”.

Il punto su cui si è discusso più a lungo è stato sicuramente lo scambio di missive tra il sindaco Franco Pinna e gli eredi Nivola. E’ stato il casus belli che ha spaccato una maggioranza che, come è emerso dagli interventi di ieri sera, non navigava in buone acque. In questi quattro anni c’erano già stati diversi momenti di frizione.

Secondo i due gruppi di opposizione “lo scambio di lettere con i figli dell’artista sarebbe stato imbarazzante per i toni, i modi, i contenuti e la forma: Franco Pinna ha minacciato l’uscita del Comune dalla Fondazione senza consultare il consiglio, per poi tornare sui suoi passi e inviare una nuova missiva, a firma della giunta, in cui si chiedeva scusa”.

Versione respinta al mittente dal vicesindaco Paola Silvas: “Franco ha scritto in un momento di sconforto e forse ha utilizzato parole troppo forti. Quando abbiamo scritto come giunta abbiamo solo abbassato i toni senza cambiare il contenuto”.

Il motivo dello scambio epistolare è stato spiegato in chiusura di seduta dal protagonista stesso: “Con il cambio del presidente il cda della Fondazione si è spaccato. C’erano due aspiranti presidenti ed il tentativo di superare lo scontro è fallito. Dopo, infatti, si respirava un clima pesante e non si stavano rispettando le regole. Ho pensato di chiamare in causa i figli Nivola, chiedendo di intervenire, altrimenti non avrei più partecipato alle riunioni. Si è trattato, comunque, di lettere private che qualcuno ha voluto rendere pubbliche. Adesso le frizioni sono superate. Di certo non ci potete dire che c’è stato menefreghismo da parte nostra. Abbiamo investito milioni nel museo. Adesso spetta alla Fondazione farlo funzionare”.

Alla discussione hanno partecipato quasi tutti i consiglieri. Con alcuni che sono intervenuti più volte.

Altra accusa rivolta alla maggioranza è stata quella di aver taciuto sul progetto di Gamesa. “La documentazione è arrivata in Comune il 12 dicembre – hanno più volte ripetuto Porcu, Fadda e Peppino Sini mostrando le carte che attestavano quanto dicevano –. Lo avete nascosto a noi e ai cittadini per tre mesi”.

“Mi sembra palese la nostra posizione al riguardo – ha controbattuto il sindaco – non capisco cosa dobbiamo fare ancora. Sono sindaco da 9 anni. In Comune ci sono arrivate decine di proposte sia per impianti fotovoltaici che per l’eolico. Non ne abbiamo costruita una. Per noi viene prima la tutela del territorio e gli interessi della comunità”.

“Abbiamo dei bravi dipendenti ma non dei superman negli uffici – è stata invece la replica dell’assessore Federico Corrias, uno dei più caldi – la Gamesa ha portato dei faldoni che necessitavano di essere prima letti. Non abbiamo la sfera di cristallo per conoscere prima quello che ci chiedono”.

I tre consiglieri del Partito democratico che hanno lasciato la maggioranza sono intervenuti tutti. “La rottura non può essere ridotta al parco eolico o ai dissidi con la Fondazione Nivola. C’erano problemi che ci trascinavamo da tempo – ha detto Marco Ziranu –. Le lettere del sindaco che minacciava l’uscita dalla Fondazione senza consultarci sono solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Adesso non abbiamo più fiducia nell’amministrazione. Secondo noi con queste condizioni è meglio andare a casa”.

Per Gonario Ladu l’amministrazione ha tradito il programma elettorale. “Avevamo detto che la priorità era la sicurezza della persona. Niente. Ci avevano assicurato che il Puc era una questione risolta nell’altro mandato ed invece ce lo trasciniamo ancora. L’asilo nido ha funzionato solo tre mesi nel 2013, mentre quest’anno non è stato neppure aperto”.

E sono loro il bersaglio degli interventi della “maggioranza”. “Siete andati via senza dire nulla e adesso ci accusate di cose che voi stessi avete votato e avvallato. Tutte le crisi le abbiamo sempre superate con il dialogo, che questa volta non avete cercato. Noi non ci dimettiamo, continuiamo ad andare avanti cercando il consenso di volta in volta. Se voi volete consegnare il paese ad un commissario per la prima volta nella storia di Orani ditelo e assumetevi la responsabilità” hanno ripetuto Daniele Corsi, Lorena Fadda, Annalisa Lande e Federico Corrias.

La posizione della maggioranza è stata condensata in un documento che è stato letto da Gianpiera Porcu e che trovate integrale sotto allegato.

Le conclusioni sono state di Franco Pinna. “Non ho nulla da dire all’opposizione con la quale c’è sempre stata una dialettica anche costruttiva” ha premesso sott’intendendo che il suo obiettivo erano i tre dissidenti. Ed è a loro che si riferisce quando, alzando la voce: “ho sempre agito in modo onesto e nell’interesse della comunità. Come tutti gli uomini avrò sbagliato anch’io, ma sempre in buona fede. Nessuno mi può dare lezioni di morale. Per noi parlano i fatti”.

Alla fine del lunghissimo consiglio, durato oltre tre ore, hanno voluto dire la loro anche dal pubblico. Tre interventi flash. Due dei quali per dire che “non vogliamo il commissario. Manca solo un anno alle elezioni, cercate di arrivarci, poi ognuno faccia le sue scelte”. 

Si chiude con il voto. “Per passare la mozione – ha spiegato il segretario comunale – serve la metà più uno dei voti di tutti i componenti”. Come previsto è finita 8 a 8. Favorevoli alla sfiducia, il gruppo di opposizione (Francesco Porcu, Peppino Sini, Antonio Fadda, Angelo Borrotzu e Francesco Murru) e Democratici per Orani (Gonario Ladu, Marco Ziranu e Ignazio Noli). Contrari: Franco Pinna, Federico Corrias, Annalisa Lande, Gianpiera Porcu, Daniele Corsi, Andrea Mureddu, Paola Silvas e Lorena Fadda.

Il consiglio si riunirà nuovamente lunedì per esprimersi su parco eolico. Punto che avrà il consenso unanime. La prossima prova per Pinna sarà il bilancio. In quel caso servirà la maggioranza, altrimenti si va a casa.

Allegati: la mozione di sfiducia e il documento della maggiornaza.

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