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Efisio Arbau ha presentato una proposta di legge nazionale sul refresh che potrebbe risolvere definitivamente il problema del ricalcolo superfici

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Questa mattina il gruppo di Sardegna vera ha presentato una proposta di legge nazionale che consentirebbe alla imprese agricole sarde di scongiurare la perdita di diversi milioni di euro di premi comunitari.

 

Con questa proposta di legge potremmo scongiurare la perdita alle imprese agricole di diversi milioni di euro di premi comunitari.

Un articolo del Regolamento Ue 1307 consente alle imprese agricole sarde di evitare la perdita di milioni di euro di premi comunitari a causa del nuovo Refresh.

La soluzione suggerita da Coldiretti Sardegna, è stata trasformata in proposta di legge nazionale dai quattro consiglieri regionali di Sardegna vera, Efisio Arbau (primo firmatario), Michele Azara, Gaetano Ledda e Raimondo Perra.

L'aggiornamento effettuato l'anno scorso dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) della propria Banca dati grafica ha penalizzato gravemente la Sardegna in quanto ha classificato come bosco ulteriori 270mila ettari di terra, escludendoli di fatto dalla possibilità di usufruire dei contributi comunitari.

"La riduzione della Sau, cioè della superficie agricola utile – spiega il primo firmatario della proposta di legge Efisio Arbau – comporta la perdita per le nostre imprese agricole di svariati milioni di euro, oltre a fargli correre il pericolo di restituire finanziamenti già ricevuti e la beffa di dover pagare anche delle sanzioni. Non solo – continua il capogruppo – in questo modo si avrebbero ripercussioni anche sull'avvio della nuova Pac, in quanto le assegnazioni dei nuovi titoli avverranno sulla base degli importi che gli agricoltori percepiranno nel 2014 e la SAU dichiarata nel 2015".

Per questo i quattro consiglieri di Sardegna vera, con questa proposta, si fanno promotori verso il Parlamento, della necessità di riconoscere con legge nazionale, le peculiarità del territorio sardo,  in base alle prerogative previste all'articolo 4, paragrafo 2, secondo comma che consente agli Stati membri di riconoscere le proprie specificità. Recita infatti: "gli Stati membri possono considerare prato permanente i terreni pascolabili che rientrano nell'ambito delle pratiche locali tradizionali, qualora sulle superfici destinate al pascolo non siano tradizionalmente predominanti l'erba e le altre piante erbacee da foraggio". Insomma se venisse applicato consentirebbe alla Sardegna di recuperare le migliaia di ettari per il momento persi e consentirebbe inoltre di risolvere il problema alla radice, cioè varrebbe anche per i prossimi refresh. 

"E' una disposizione – conclude Arbau – che consente di salvaguardare le tradizioni dell'agricoltura e le radici storiche del pascolamento in Sardegna, attività che si è sviluppata nei secoli in perfetta sinergia con le peculiarità del territorio, dominato da superfici boschive e dalla macchia mediterranea, che rappresentano proprio il valore aggiunto dei nostri pascoli".

 

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