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Ovodda. La magia del presepe notturno.

Originale iniziativa del sindaco e di una insegnante.

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Originali anche con il presepe. Ovodda, non si smentisce e si distingue ancora. Questa volta artefici sono il sindaco Cristina Sedda e la docente Annarella Mattu. Che hanno pensato al presepe-Ovodda notturno. Grandi sagome di legno riciclato. “Tecnicamente sono dette installazioni – spiega l’insegnate Annarella Mattu autrice delle sagome – che ho realizzato con legno e finto granito: questo le mimetizza il giorno, mentre al buoi sono visibili grazie ad un gioco di luci”. “Abbiamo pensato ad un presepe diffuso – continua Cristina Sedda – anche per recuperare e valorizzare il nostro centro storico, quegli angoli bui spesso dimenticati”. Le sagome, infatti, si trovano in delle corti, tetti e vie della parte vecchia del paese. E queste riprendono la vita dei centri barbaricini: le galline, le pecore, il pastore che fa il formaggio, i bambini che giocano e la cicogna. Si proprio la cicogna. “L’idea è tutta del sindaco” si affretta a dire l’artista-insegnante. “Rappresenta la fecondità del nostro paese – dice l’ideatrice Cristina Sedda – siamo uno dei pochi borghi barbaricini dove i bambini nascono ancora”. A Ovodda non ci sono solo ultracentenari. E’ l’unico paese del centro Sardegna ad essere immune allo spopolamento. Frutto della loro laboriosità. La zona industriale è fiorente. Ci sono tante attività. Oltre ad essere artisti sono anche bravi imprenditori del granito, sughero e soprattutto del pane. “Chi vuole conoscere il nostro originale presepe deve venire la sera – precisa Annarella Mattu – qui in paese lo si vista dopo la novena: all’uscita da Chiesa è oramai abitudine farsi un giro nel centro storico per scoprire le nuove sagome”. Questa non è la sua prima opera. A Cortes apertas ha presentato Ovodda in miniatura che ha riscontrato l’apprezzamento dei turisti. Il paese di un tempo sia nelle case (“le ho realizzate come le ricordavo da piccola”) sia nella vita quotidiana (“è quella di un tempo quando le case erano piccole e si viveva soprattutto fuori”) che nell’economia con la lavorazione del pane. Addirittura molti riconoscono anche persone realmente vissute nei personaggi presenti. Ognuno dei quali ha, infatti, un nome. (Foto di Giorgio Curreli, Annarella Mattu e Gabriele Doppiu).

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