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L'unione sarda. Gianna rinasce a nuova vita

FONNI. La commovente testimonianza: «Ho ritrovato la fiducia nel futuro»

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«Mi sono sottoposta ad un intervento chirurgico, affidando le mie speranze a quella che ritengo sia la sola possibilità per migliorare la qualità di vita di chi è malato di sclerosi multipla, come me. Ho deciso di parlare pubblicamente della mia situazione e dell'intervento che ho subito». Gianna Allena, 35 anni ad aprile, è originaria di Nule e vive a Fonni da quando si è sposata. La scoperta della malattia nel 2007 non ha disarmato il suo coraggio e la determinazione con cui ha affrontato il percorso, credendo fortemente nel metodo studiato dal professor Paolo Zamboni, chirurgo vascolare dell'Università di Ferrara.
IL RICOVERO «Il primo ostacolo da superare, quando ti ritrovi nelle mie condizioni, è quello di non credere che possa esserci una via d'uscita. Io, al contrario, ho pensato che fosse importante scommettere nel futuro. Mi sono recata a Benevento, presso lo studio del professor Alessandro Rosa, per approfondire gli esami: l'ecocolordoppler ha rivelato un'ostruzione sia alla giugulare sinistra che a quella destra. Confortata dal sostegno morale di mio marito ho deciso di prendere in seria considerazione la possibilità dell'intervento. Sono stata operata il 22 settembre dello scorso anno». L'operazione che ha subito, come previsto dal metodo Zamboni, consiste in un angioplastica dilatativa.
LA GRINTA DI UN TEMPO «I benefici post-intervento sono immediati. Pensavo di non avere nessun problema alla vista e invece mi sono resa conto che, dopo l'operazione, i colori apparivano più vivi e le immagini ben definite. Ho sentito fin da subito le gambe e le braccia leggeri. È da mesi ormai che non provo nessun segno di stanchezza. Il mal di testa che prima mi opprimeva oggi è un brutto ricordo. Ho ritrovato finalmente la grinta di un tempo». La patologia delle giugulari malformate è riconosciuta come malattia dal settembre 2009, ma soltanto il 17 luglio del 2012 il Ministero della Salute ha deliberato in via definitiva l'avvio della sperimentazione in Italia. «La lista d'attesa è lunghissima - dice Gianna -. La Regione Emilia-Romagna ha finanziato lo studio della cura Zamboni. Purtroppo non tutti i pazienti riusciranno ad essere sottoposti all'intervento prima della fine della sperimentazione anche se pian piano qualcosa sembra cambiare».
LA SPERIMENTAZIONE Sono quattro i centri che hanno iniziato le sperimentazioni dello studio “Brave Dreams” (metodo Zamboni) e si prevede che a breve il numero degli Istituti autorizzati a entrare nella fase operativa salga a dieci, incluso il Policlinico Universitario di Monserrato. «Fino ad ora non sono mai riuscita a parlare con i medici del presidio sardo -spiega Gianna - ho provato a chiamare diverse volte ma senza successo. La nostra speranza rimane quella che il metodo Zamboni possa diventare presto la cura per i malati di sclerosi multipla».
Roberto Tangianu

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