Abbiamo già visto che nel 1464 il marchese Antonio Cubello decise di trasferire l’insediamento francescano di Oristano-Silì, con lo stesso titolo di Santa Maria Maddalena, a Ollolai, per non perdere definitivamente la tanto ambita presenza dei Frati Minori nel loro Marchesato. Con una motivazione ambientale. A Oristano l’insalubrità del luogo, circondato da stagni e paludi, favorendo la malaria, aveva causato la morte dei quattro Frati del Convento di santa Maria Maddalena. Ollolai si presentava come una zona particolarmente benevola dal punto di vista climatico, dall’aere sano, grazie a un contesto boschivo e pieno di acque del suo entroterra, luogo ideale nell’incanto di una natura selvaggia, al primato dello spirito di orazione del carisma francescano.
Ma perché scelgono Ollolai? Solo per motivi di “aere puro”? La Curatoria della Barbagia di Ollolai – che faceva parte del Giudicato d’Arborea – comprendeva, oltre Ollolai stesso, questi comuni: Austis, Fonni, Gavoi, Mamoiada, Olzai, Ovodda Teti, Tiana. Ebbene l’inglese William Henry Smyth (1788-1865) autore di un libro sulla Sardegna: Sketch of the present state of the Island of Sardinia (Abbozzo dello stato presente dell’isola di Sardegna) pubblicato nel 1828 presso l’editore Murray di Londra, (e che in Italiano è stato pubblicato, con il titolo Relazione sull’Isola di Sardegna da Ilisso edizioni, a cura di Manlio Brigaglia, con traduzione di Tiziana Cardone) fra gli altri temi affronta quello del clima, con aggettivi che vanno dall’ottimo, al molto malsano, passando per buono, puro, salubre, temperato, discreto, mediocre, umido, insalubre, malsano. Solo 15 paesi hanno un clima ottimo e sono: Aggius, Aritzo, Bitti, Bortigiadas, Calangianus, Codrongianus, Cuglieri, Fonni, Mamoiada, Oliena, Ollolai, Seulo, Sorgono, Tempio, Villagrande Strisaili. Dunque ancora nell’Ottocento nella Barbagia di Ollolai vi sono ben tre paesi con clima ottimo: Ollolai, appunto, ma anche Mamoiada e Fonni.
La scelta da parte dei Frati non può dunque ricondursi esclusivamente al clima. Vi dovevano essere altre motivazioni, ad iniziare da quelle culturali e religiose. I Francescani “investivano” capitali umani e risorse per l’alfabetizzazione, la cultura e la formazione ed anche – per non dire soprattutto – l’assistenza religiosa e la cura pastorale. Se scelgono Ollolai è perché ritengono che tali “investimenti” riguardino un centro grosso, importante. E non a caso Ollolai era stato capoluogo della “curatoria” Barbagia di Ollolai, nel Giudicato-regno di Arborea.
In esso risiedeva il “curatore”, ufficiale regio e capo della curatoria: “il più alto funzionario amministrativo locale, nominato dal re a tempo indeterminato (ad nutum). Esso sopraintendeva sia all’esazione dei diritti fiscali che alla prestazione dei lavori dovuti al sovrano e ai suoi rappresentanti, come le cacce collettive (silvas) e le operas de curadore; sorvegliava sui beni spettanti al potere pubblico e alle “ville”; esercitava un’autorità di controllo sugli agenti regi della sua “curatoria” (armentarii, maiores de sultus, maiores de kerkitores, maiores de scolca, mandatores de rennu, ecc.); regolava gli esercizi degli usi privati delle terre pubbliche e assisteva alla determinazione dei confini interni (lacanas) dei “salti” assegnati alle “ville” o ai privati; deteneva le funzioni di polizia del distretto e regolava il servizio armato sia per la guardia o scolca capeggiata dal maiore de scolca sia per l’esercito in caso di guerra statale” 1.
In esso inoltre avvenivano le elezioni, da parte di tutti gli uomini liberi delle “ville” che componevano la curatoria, del proprio rappresentante in seno alla Corona de Logu, ovvero il parlamento del regno giudicale.
A questo punto occorre porsi un altro interrogativo: perché Ollolai fu scelta come capoluogo della curatoria ?
L’indimenticato nostro compaesano e maestro, Michele Columbu risponde così:”Non saprei, ma dall’osservazione di una carta politica del tempo appare evidente che Ollolai, per la sua lontananza dalla capitale, ai confini settentrionali del regno, e per la sua posizione elevata, doveva considerarsi un punto strategico di resistenza a eventuali offese esterne”. E ancora :”La villa di Ollolà non può essere mai stata una città, quanto a numero di abitanti, e neppure un grosso villaggio”.
Non sono d’accordo. I capoluoghi delle curatorie erano sempre i centri più grossi e importanti e i Frati mai avrebbero scelto Ollolai, investendo, ripeto, risorse umane e materiali, per la formazione, l’alfabetizzazione e l’assistenza spirituale, in un centro piccolo, soprattutto visto che a livello ambientale, potevano scegliere molte altre località.
Questa mia ipotesi trova conferma nel nuorese Padre Pacifico Guiso Pirella, autore di Chronica Provinciae Sardiniae in cui scrive che Ollolai era ricca “di mil vassallos feudales, y agiados”, pari a circa 5.000 abitanti3.
E’ una cifra esagerata? Può darsi. Ma non si vede il motivo, da parte dello storico francescano di esagerare. Per quale scopo avrebbe dovuto enfatizzare la popolazione?
3- continua
Note bibliografiche
1. Francesco Cesare Casula, La storia di Sardegna, Edizioni ETS- Carlo Delfino editore, Sassari, 1994, pagine 174-175
2. Salvatore Bussu, Ollolai cuore della Sardegna, la capitale dell’antica Barbagia nella storia dell’Isola, Edizioni l’Ortobene, Nuoro, 1995, pagina 11.
3. Padre Guiso Pirella, Chronica Provinciae sardiniae, f. 48r., in AGOFMR.