Coldiretti. La Sardegna leader nella produzione e nella consumazione dello zafferano in Italia

Siamo i maggiori produttori oltre che consumatori: ci possiamo considerare addirittura leader europei

redazione
02/02/2016
Attualità
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Su circa 50 ettari in tutta Italia di superficie destinata alla coltivazione, 35 ettari si trovano nell'isola, i restanti 15 ettari vengono coltivati in Toscana, Marche, Abruzzo e Umbria. Mentre a livello mondiale detiene il monopolio l'Iran, con il 90 per cento della produzione.

A dire la verità più che di Sardegna dovremmo parlare di Medio campidano o meglio dei Comuni di San Gavino, Turri e Villanovafranca.

Tre Comuni dove si è conservata e trasmessa nel tempo la sua coltivazione, persa nel resto del territorio isolano, gli unici dove si può produrre lo zafferano sardo Dop.

E proprio il riconoscimento della denominazione di origine protetta ottenuto da pochi anni "sta risvegliando l'interesse anche negli altri territori sardi – racconta Sandro Picchedda, dell'azienda Itria di Turri – dove si sta riscoprendo la coltivazione".

"La Dop è una grossa opportunità – continua Picchedda -. Oggi ne fanno parte 5 aziende, per circa 3 ettari di superficie, ma rappresenta il futuro e la garanzia per produttori e consumatori, bombardati dallo zafferano estero che spesso di sardo hanno solo il confezionamento" avverte il produttore invitando a leggere con attenzione anche l'origine del prodotto.

"La nostra azienda si occupa anche del confezionamento e lo paga ai produttori il 20 per cento in più del prezzo corrente. Al produttore – spiega – è pagato a circa 5 euro al grammo, mentre confezionato lo vendiamo anche a 12 euro al grammo. Proprio per questo invitiamo i produttori a iscriversi alla Dop. Lo si può fare entro il 5 settembre ed è praticamente a gratis, costa 10 euro".

La coltivazione dei bulbi avviene ogni cinque anni. "La maggiore produzione avviene il terzo anno. In media si ottengono 4 – 5 kg a ettaro".

In Sardegna non ci sono grosse aziende. Si contano nelle dita di una mano quelli che ne destinano piccolissimi appezzamenti.

"Questo perchè la coltivazione e la raccolta avviene in modo manuale – spiega Mauro Curreli produttore di San Gavino -. La maggior parte sono hobbisti o agricoltori che coltivano lo zafferano per integrare il reddito. Inoltre la raccolta si concentra in due settimane, tra fine ottobre e i primi 15 giorni di novembre, ed in particolare in due tre giorni".

La vendita avviene in Sardegna per il 90 per cento del certificato e per la quasi totalità dell'altro.

"Lo zafferano – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – è l'ennesima dimostrazione della biodiversità delle produzioni sarde che oggi, con l'affermarsi delle aziende sempre più multifunzionali, si sta riscoprendo. Ai produttori di San Gavino, Turri e Villanovafranca va il plauso per aver saputo conservare una lunga tradizione anche quando per quasi cinquant'anni era stata dimenticata nel resto dell'isola. Per questo – dice il presidente – invitiamo i produttori di iscriversi alla Dop per rafforzare la vendita e tutelare una produzione che ci distingue nel mondo".

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