Sono state inaugurate lo scorso 22 luglio a Orani le nuove mostre al Museo Nivola: "Salvatore Fancello. La forma inquieta" e "Il mito quotidiano. Arte italiana del 900 dalla collezione Tilocca". Nel centenario della nascita di Salvatore Fancello, il Museo Nivola, dedicato all'artista che più di ogni altro gli fu vicino, il suo amico e compagno di studi Costantino Nivola, ripercorre l'itinerario artistico di Fancello attraverso una mostra che testimonia il suo straordinario talento
Atmosfere incantate e sospese, figure immobili e bloccate, immagini fuori dal tempo, cariche di rimandi al passato classico e al tempo stesso evocative del presente, della normalità del quotidiano: sono questi i caratteri che definiscono una linea ben precisa dell'arte italiana tra le due guerre, su cui si incentra la mostra Il mito quotidiano al Museo Nivola.
A un anno dalla sua scomparsa, la rassegna rende omaggio ad Angelo Tilocca (1952-2015), figura di rilievo in Sardegna nel quadro della cultura, dell'arte e del sociale, presentando una scelta di opere della sua collezione, dedicata all'arte italiana tra gli anni Venti e gli anni Quaranta.
"La mostra – sottolineano le curatrici, Giuliana Altea e Antonella Camarda – porta al Museo Nivola opere di protagonisti assoluti del periodo tra le due guerre, da Giorgio De Chirico a Felice Casorati, da Mario Sironi a Massimo Campigli, da Arturo Martini a Giacomo Manzù, e insieme offre l'occasione per riscoprire figure rare ed eccentriche come Luigi Trifoglio, Bruno Croatto o Benvenuto Ferrazzi."
Il sogno di una moderna classicità – teorizzata da Margherita Sarfatti, animatrice del gruppo di Novecento e critica di punta di quella stagione – prende forma nella mostra attraverso sculture, quadri e disegni. Il tema ricorrente del mito è rispecchiato da grandi statue come La musa Polimnia di Melotti, esposta nel 1943 alla Quadriennale, che rivisita in forme sintetiche iconografie dell'arte romana, da dipinti come Il flautista di Alessandro Monteleone, col suonatore seduto su un frammento di architettura antica, da ceramiche come Il suicidio della donna romantica di Martini, splendente di lustri dorati. Un clima attonito e stupefatto aleggia anche ne L'anatomista di Trifoglio, sorta di allegoria della pittura analitica e oggettiva del realismo magico, nei nudi statici e rarefatti di Casorati, Campigli e Tozzi, e – nonostante tutto -anche in quello malizioso di Paulo Ghiglia.
La linea "classicista" esplorata da Il mito quotidiano si svolge in contrappunto al neoromanticismo e ai fermenti esistenziali rispecchiati dall'altra rassegna contemporaneamente allestita dal museo, Salvatore Fancello. La forma inquieta. "Affiancando le due mostre – affermano Altea e Camarda – il Museo Nivola ha voluto contrapporre due aspetti diversi e contrastanti della cultura italiana novecentesca: classico e romantico, forma chiusa e forma aperta, staticità e dinamismo, fascino del mito e esperienza del vissuto."