Agnello di Sardegna Igp. "Il Consorzio è la strada per avere più forza nel mercato"

Meno burocrazia e meno costi per i soci

redazione
30/11/2016
Attualità
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Semplificazione, nuovi mercati e intensificazione dei controlli. Il Consorzio di tutela della Igp agnello di Sardegna mette in campo una serie di iniziative per favorire il consumo della carne di agnello e tutelare consumatori e produttori dalle frodi. "Siamo alle porte del Natale – commenta il presidente del Contas Battista Cualbu – il periodo topico visto che adesso si consumeranno la metà degli agnelli che produciamo in Sardegna. Come Consorzio abbiamo studiato e stiamo mettendo in campo una serie di iniziative. Si facilita la vendita. Le esigenze del mercato sono in continua evoluzione e non ci permettono di stare fermi. Da quest'anno, infatti, sarà possibile vendere l'agnello Igp con tagli anche più piccoli rispetto ai quarti. Allo stesso tempo abbiamo semplificato il lavoro dei macellatori che dovranno usare una sola etichetta e non una ogni taglio". Soluzioni che agevoleranno le vendite che saranno comunque garantite grazie all'intensificazione dei controlli. "L'agnello sardo Igp è sempre più ricercato – sottolineano dal Consiglio di amministrazione del Consorzio - perché è garanzia di un prodotto genuino allevato e macellato in Sardegna. Lo conferma la richiesta che arriva dalla grande distribuzione che vuole quasi esclusivamente quello marchiato Igp. Proprio per questo – evidenziano – cresce il pericolo delle contraffazioni. Per sventarle abbiamo intensificato i controlli sottoscrivendo delle convenzioni con altri consorzi di tutela. Triplicheranno i controlli degli agenti vigilatori in Sardegna e nel resto d'Italia dove si concentra la maggior parte della vendita degli agnelli per Natale". 

L'obiettivo del Consorzio, che nei giorni scorsi ha anche inviato delle lettere alla grande distribuzione per sensibilizzare ancora di più l'acquisto esclusivo di agnelli Igp di Sardegna, è quello di rafforzare la base associativa e per questo sta lavorando assiduamente anche in questa direzione. 

"Abbiamo fatto passi da gigante. Abbiamo quasi 4mila soci e certifichiamo oltre 650 mila capi. Ma l'obiettivo rimane il 100 per cento. In questo modo – ripetono dal Consiglio di amministrazione – possiamo fare massa critica e difendere meglio il nostro prodotto. Chiediamo a tutti i pastori sardi di iscriversi al Contas, altrimenti rischiamo di farci un'assurda concorrenza. Gli agnelli non marchiati, infatti, non possono essere garantiti ed anzi consentono a quelli di importazione di infiltrarsi più facilmente. Nella Penisola stanno arrivando il lattante Greco e l'agnellone Spagnolo e Ungherese – dicono -. Non possiamo certo bloccarne l'arrivo ma uniti possiamo tutelare il nostro e diamo gli strumenti al consumatore per poter scegliere in modo consapevole".

Secondo il Consorzio, infatti, "se tutti gli agnelli sardi fossero Igp si avrebbero solo dei vantaggi per tutti: gli obiettivi e le strategia che stiamo portando avanti avrebbero una forza diversa: oltre alla lotta alle contraffazioni, le ricerca di nuovi mercati, gli studi su nuove tecnologie che consentano di avere il prodotto tutto l'anno. Senza dimenticarci della misura del premio accoppiato che l'annata scorsa ha portato nelle tasche dei quasi 4mila soci 4.101.500 euro, 6,31 euro ad agnello certificato".   

 Inoltre da quest'anno aderire al Consorzio è più semplice e costa anche di meno. Grazie al nuovo Organismo di controllo, Ineq, i tempi di ingresso si accorciano, in quanto ha già i dati di oltre il 90 per cento delle aziende essendo anche l'Organismo di controllo del Pecorino romano. Con Ineq, inoltre, si sono dimezzati i costi, passati da 20 euro annui a 10, mentre per ogni capo certificato si pagheranno 2 centesimi e non più 5. E si è ridotta pure la burocrazia. Adesso sarà tutto informatizzato e più sicuro. Non è più prevista la compilazione del registro cartaceo di carico/scarico dei marchi auricolari da parte dei pastori. Sarà caricato dal Consorzio, in base alle informazioni reperite in BDN, mentre lo scarico verrà effettuato dai macellatori che registreranno i capi macellati e certificati direttamente sul portale informatico messo a disposizione da Ineq. Ogni allevatore avrà una propria password di ingresso e potrà cosi verificare in tempo reale ed in ogni momento la situazione della propria azienda.

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