Lunedì a Nuoro la presentazione del libro dell'oranese Bastiana Madau

redazione
07/12/2016
Attualità
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A Nuoro lunedì prossimo nell'auditorium della Biblioteca "Satta" alle 18:00 ci sarà la presentazione del libro dell'oranese Bastiana Madau, Simone, le Castor. La costruzione di una morale, edito dalla Cuec Editrice di Cagliari. Relatrice sarà Alessandra Pigliaru, giornalista di Il manifesto mentre a presentare e coordinare la discussione sarà Vannina Mulas, presidente del Consorzio per la Pubblica lettura "S. Satta". Maria Giovanna Ganga si occuperà delle letture e dei video, inoltre interverrà anche l'autrice.

Bastiana Madau vive e lavora in Sardegna e si è laureata in filosofia all'Università "La Sapienza" di Roma. Ha lavorato per vent'anni come direttrice di biblioteca e attualmente come curatrice editoriale e critica letteraria. Scrive in diversi periodici sulla produzione letteraria nazionale e internazionale, con uno sguardo attento verso quella sarda. Ha all'attivo un romanzo, "Nascar" (Poliedro, 2003) e contributi in diversi volumi. Un suo racconto è stato recentemente pubblicato in "Racconti di donne. Relazioni fra le generazioni", a cura del Centro di Documentazione e studi delle donne di Cagliari (Aipsa, 2014). È autrice del blog "Bianca: post-it, recensioni e labirinti". Il saggio "Simone, le Castor" (Cuec, 2016) è il suo primo edito di filosofia.

A 30 anni dalla morte di Simone de Beauvoir, avvenuta a Parigi il 14 aprile del 1986, Bastiana Madau imbastisce un testo che non è un omaggio di circostanza, bensì ripercorre alcuni tratti salienti del pensiero della grande scrittrice e filosofa, come quello della «costruzione morale», che a suo dire attraversa l'intera opera: dai saggi ai romanzi alla monumentale autobiografia. La vicinanza al pensiero della filosofa francese pone l'autrice di Simone, le Castor in una posizione privilegiata: da un lato, infatti, la puntigliosità analitica si misura con perizia intorno ad alcuni testi (in particolare Memorie di una ragazza per bene, Per una morale dell'ambiguità e L'invitata) e dall'altro si sporge verso la riconoscenza. In questo risveglio che intreccia teoria e prassi, parola e impegno, decide di consegnare un ritratto di Simone de Beauvoir ai bordi di una promessa – quella che lambisce solo in parte gli anni Sessanta che si stanno affacciando e che puntellano la mappa più grande di ciò che arriverà. In questo stato di attesa, di qualcosa a venire che sarà la donna come «soggetto imprevisto della storia», la strada verso la morale appartiene a un ambito molto più intimo di quanto non si pensi. Il passaggio dalla solitudine alla presa d'atto dell'esistenza d'altri e altre ci consegna una Simone de Beauvoir felice, nel senso del superamento della frattura tra l'io e il resto del mondo che non è mai un «paesaggio abbandonato», ma una superficie complessa di vaste e intense relazioni di cui la morale rappresenta orientamento essenziale.
 

 

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