In Sardegna calano le imprese artigiane gestite da donne (-0,6%) e crolla il lavoro indipendente femminile (-21%)

13/12/2016
Economia
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In Sardegna cala ancora il numero delle imprese artigiane gestite dalle donne.

Dall’ultima rilevazione utile (luglio di quest’anno), le imprese artigiane femminili nella nostra isola risultavano essere 5.034, in calo dello 0,6% rispetto al 2015 e dell’11,9% rispetto al 2008, anno d’inizio della crisi, quando si registrarono 5.713 aziende.

Tra tutte le regioni, la nostra è quella che ha subito il tracollo maggiore, seguita solo dalla Sicilia con l’11,1%. Un dato assolutamente preoccupante se si considera che a livello Nazionale tali realtà, negli ultimi 8 anni, sono cresciute dell’1,7%.

E’ questa l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna che, nel rapporto “Le imprenditrici artigiane a metà 2016”, ha rielaborato i dati di UnionCamere-Infocamere al secondo trimestre 2016, sull’attività imprenditoriale femminile nella nostra isola.

Le donne artigiane sarde per il 55,6% sono attive nei servizi alle persone (2.797 imprese), per il 21,9% nel manifatturiero (1.102), per il 16,5% nei servizi alle imprese (831 imprese), per il 5,6% nelle costruzioni (282 imprese) e per lo 0,4% in altre attività (22 imprese).

Tra le province, in quella di Cagliari le aziende artigiane femminili sono 2.008, in calo dello 0,2% rispetto al 2015; in quella di Sassari sono 1.764 in calo dell’1,1% rispetto allo scorso anno e 856 in quella di Nuoro, in calo dello 0,8% sul 2015. In controtendenza Oristano, in crescita dello 0,2%

Le donne che in Sardegna svolgono un lavoro indipendente (tutte le categoria di impresa) sono 35.169, in calo del 21% rispetto allo scorso anno, mentre le donne occupate (in tutti i settori, pubblici e privati) sono ben 230.364.

Per la Presidente di Confartiganato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchettiquesti dati dicono di come l’imprenditoria femminile, in Sardegna come nel resto dell’Italia, abbia bisogno urgente bisogno d’interventi che la liberino dai troppi vincoli e dai costi che soffocano le iniziative”.

E’ necessario poter contare su un welfare che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia – continua la Folchetti - e di esprimere nell’impresa le proprie potenzialità perché l’Italia, nonostante interventi positivi come il “voucher baby sitting”, purtroppo non è ancora un Paese per mamme che lavorano”.

Da anni Confartigianato combatte la battaglia per ottenere i voucher per l’assistenza di familiari anziani e disabili, o di quelli per formare i collaboratori chiamati a sostituire temporaneamente la titolare nell’attività d’impresa, o del credito d’imposta per incentivare la creazione di attività d’impresa nei servizi di welfare per la famiglia e per l’infanzia e degli sgravi fiscali e contributivi per assunzioni a tempo determinato di coadiuvanti nei periodi di maternità.

Ma ciò che manca, sempre di più – riprende la Presidente di Confartigianato Sardegna - è la storica Legge 215 per l'imprenditoria femminile, quella che in Italia permise la nascita di 70.000 aziende guidate da donne e permise un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia”.

In ogni caso – conclude la Folchetti - con o senza voucher, per fare l’imprenditrice e la mamma, in Sardegna bisogna essere sempre più brave. Molto più brave”.

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