Gavoi, 29 Dicembre 2016
Al Sig. Presidente della Regione Autonoma della Sardegna
Prof. Francesco Pigliaru
Al Sig. Assessore Regionale della sanità e dell’assistenza sociale
Dott. Luigi Benedetto Arru
Al Sig. Commissario Straordinario della ASL di Nuoro
Dott. Mario C. A. Palermo
E p.c. Alla redazione de La Nuova Sardegna, Sardiniapost, La Barbagia.net.
Gent.mi Sig.ri
Sono una paziente dell’U.O. di Oncologia presso il Presidio Ospedaliero S. Francesco di Nuoro.
Conosco il reparto, che frequento dal 2010, e ritengo meriti essere considerato un’eccellenza.
Il 5 Agosto 2016 scrivo una lettera (raccomandata A.R.), pubblicata da vari organi di informa-
zione, indirizzata personalmente a ciascuno di voi.
Non ricevo risposta.
Non commento, chi mi leggerà si farà un’opinione.
In breve: nella lettera precedente, richiamo la vostra attenzione sull’insufficienza delle
postazioni per la somministrazione dei farmaci chemioterapici rispetto al numero dei pazienti,
presso l’U.O. di Oncologia del P.O. S.Francesco di Nuoro.
Babbo Natale non è passato di qui: il numero delle postazioni è lo stesso, ventuno, il numero
dei pazienti anche, una quarantina ogni giorno.
Provate a trarne le conclusioni.
Si sono allungati i tempi di attesa per una TAC: due mesi.
Tentate di immaginare cosa rappresentino due mesi per un paziente oncologico sotto chemioterapia.
Il nostro tempo è più prezioso del vostro.
La sensibilità che mostrate nei confronti dei cittadini più deboli, leggo oggi del ritardo dei finanziamenti regionali alla comunità La Collina, suscita amarezza e disgusto.
Concludo regalandovi queste righe:
Nella vita politica l’attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la simpatia
umana; ed è aduggiata dal dilettantismo,…Dilettantismo che è in questo caso mancanza di
profondità spirituale, mancanza di sentimento, mancanza di simpatia umana. Perché si prov-
veda adeguatamente ai bisogni degli uomini di una città, di una regione, di una nazione, è
necessario sentire questi bisogni; è necessario potersi rappresentare concretamente nella fan-
tasia questi uomini in quanto vivono, in quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le
loro sofferenze, i loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere. Se non si possiede
questa forza di drammatizzazione della vita, non si possono intuire i provvedimenti generali e
particolari che armonizzino le necessità della vita con le disponibilità dello Stato.
- Gramsci, Odio gli indifferenti, Chiarelettere, 2011, pag. 7
Non attendo risposta, Buon Anno
M. Carmen Porcu