“Un primo passo importante ed una risposta finalmente concreta alla manifestazione del primo febbraio scorso”.
Coldiretti Sardegna accoglie positivamente il voto unanime della Commissione Bilancio all’emendamento che lega i 14 milioni di euro stanziati dalla Giunta per il ritiro del Pecorino romano ad una ricaduta nel prezzo del latte.
Con l’approvazione dell’emendamento, che adesso aspetta il via libera del Consiglio regionale, “si è finalmente dato risposta ad una delle nostre richieste contenute nel documento che abbiamo consegnato ai capogruppo del Consiglio regionale il primo febbraio: ‘ogni centesimo pubblico destinato al comparto deve avere una ricaduta certa e diretta sui pastori”.
“I pastori stanno vivendo un delle peggiori stagioni – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu –: il latte è pagato a soli 60 centesimi, la metà rispetto a due anni fa, al di sotto dei costi di produzione. Come se non bastasse anche il meteo sta andando contro i pastori: dopo un autunno e un inverno pessimo la primavera non si preannuncia migliore visto che non piove da due mesi. Per lungo tempo abbiamo denunciato il bluff dei trasformatori sulle sovrapproduzioni di latte che hanno avuto il solo effetto di far crollare il prezzo del Pecorino romano, oggi fatto pagare ai soli produttori. A dicembre, vista la situazione abbiamo chiesto l’intervento pubblico per limitare al minimo i danni in una stagione che rischia di far chiudere diversi ovili. Tra le altre proposte c’era anche questa di intervenire con il ritiro del Pecorino romano in surplus (che in questa stagione si sta producendo in percentuali molto inferiori rispetto all’anno scorso) ma solo alla condizione che ci fosse una ricaduta certa su tutta la filiera. E’ stato firmato anche l’accordo per il prestito di conduzione ma ancora non sappiamo quando partirà realmente”.
L’altra condizione posta da Coldiretti Sardegna è che “si ritiri solo ed esclusivamente il Pecorino romano dalla cooperativa o industria privata che l’ha prodotto e non da chi approfittando della crisi ha comprato a prezzi stracciati e domani, speculando ancora una volta sulla crisi, vende a prezzi maggiorati”.
“L’iniziativa politica arriva in ritardo –commenta il direttore di Coldiretti Sardegna – per questo chiediamo che non si perda altro tempo e attendiamo di essere convocati il prima possibile per concordare le ricadute sui pastori sia dai 14 milioni che di tutte le altre iniziative che si vogliano mettere in campo”.
“Ribadiamo - sottolinea il direttore – che questa è solo un primo passo. Ci aspettiamo altri interventi sia per i pastori che per tutta l’agricoltura sarda, che come abbiamo sottolineato nell’articolata piattaforma della manifestazione del primo febbraio soffre una grave crisi”.