Coldiretti. Il 5 settembre clamorosa manifestazione di piazza: non sarà pacifica

La Regione ha disatteso tutti gli impegni

a cura della redazione
18/08/2017
Attualità
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Nessun accenno ad interventi sugli altri settori dell’agricoltura sarda colpiti e danneggiati da una siccità senza precedenti, dal bovino da carne e da latte, alla viticoltura, al comparto apistico, alla olivicoltura, alla serricoltura, al comparto ortofrutticolo. Nessun accenno né dal presidente della Giunta Pigliaru né dal presidente del Consiglio regionale Ganau e tantomeno dai capigruppo, che dicono di tenere tanto all’agricoltura sarda.

Disattesi, inoltre, gli impegni sui pagamenti dei premi comunitari dopo le rassicurazioni e le garanzie che avevano portato Coldiretti Sardegna a sospendere a fine luglio la manifestazione al porto di Olbia, e a poter sperare in cambiamenti da parte della Regione.

Oggi ci vediamo costretti a riprendere la mobilitazione, annunciando una grandissima manifestazione di tutta l’agricoltura sarda per il 5 settembre prossimo. Questa volta, dopo le promesse ricevute, sia dalle Organizzazioni professionali il 28 luglio e sia dai pastori il 2 agosto, e non mantenute non sarà una manifestazione pacifica.

Sarà una manifestazione ultimativa, per forza di cosa risolutiva. Non crediamo e non vogliamo più proclami di piazza del presidente Pigliaru e dei politici che hanno promesso e non mantenuto interventi immediati, di cui però ancora non si vede neanche una lontana base di intervento politico attraverso norme.

Avevamo chiesto il rispetto di un cronoprogramma per garantire denari urgenti entro ottobre e ancora oggi nulla si vede in campo.

L’emergenza è oggi. Non smobiliteremo sinché non ci saranno risposte concrete, reali ed immediate che dimostrino un effettivo interesse per l’agricoltura sarda. 

Senza la delibera di Giunta che poteva sbloccare i 15 milioni di euro per i pastori, oggi è certo che non si vedrà neppure un euro per la fine dell’anno, cosi come, ancora oggi, dopo la garanzia sui pagamenti che dovevano partire dal 3 di agosto, non abbiamo neppure una data certa per l’erogazione dei 30 milioni di benessere animale. Nessuna notizia neanche degli interventi richiesti per il riconoscimento dello stato di calamità naturale: era stato assicurato un intervento da parte dello Stato per il 4 agosto per lo sgravio dei contributi Inps, invece oggi vediamo che i pochi pagamenti comunitari arrivati sono completamente decurtati dai recuperi dei pagamenti previdenziali.

Altro che lo sgravio contributivo previsto dalla calamità naturale! Questa è una doppia beffa! Insomma pastori presi in giro e agricoltori dimenticati.

Chiediamo che la Regione rispetti il cronoprogramma proposto da Coldiretti Sardegna perché pagamenti comunitari e regionali possano arrivare subito nelle tasche delle imprese agricole sarde.

Chiediamo, inoltre, garanzia sulle cifre promesse il 2 agosto ai pastori rispettosamente scesi in piazza: che diventino reali e non un semplice modo per prendere tempo, rischiando di dare un assist pericolosissimo ai veri e soli responsabili della crisi del settore, i trasformatori, che guarda a caso proprio in questi giorni annunciano che il prezzo del latte per la prossima annata sta lievitando. Ma, più tardi arriveranno i denari, più la Regione farà vero assistenzialismo sulla industria sarda che ancora una volta potrà pagare di meno i pastori rispetto al valore reale (come del resto già dicono). Gli aiuti servono nel momento della difficoltà altrimenti risultano vani.

Chiediamo che ulteriori 35 milioni vengano garantiti per gli altri settori che devono avere pari dignità e vedere compensati i gravi danni subiti. Gli allevatori del bovino da carne e da latte senza pascoli e foraggio  e acqua a causa della grave siccità, che sta mandando sul lastrico gli apicoltori che hanno visto scendere di oltre il 50 per cento la produzione di miele; per non parlare dei viticoltori (già mazziati dalle gelate di aprile), degli olivicoltori (che per il secondo anno consecutivo rischiano di avere pochissimo olio), del comparto ortofrutticolo e dei serricoltori abbandonati al proprio destino.

Mai più sardi contro i sardi, mai più pastori contro pastori, mai più agricoltori contro pastori.

La Regione Sardegna non ha più alibi, o si interviene immediatamente oppure dimissioni e tutti a casa.

 

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