OLZAI. «Chiusura 12 sedi del Banco di Sardegna: nuovo colpo ai territori più disagiati»

Il consigliere dei Riformatori Sardi Michele Cossa sollecita un intervento del presidente Pigliaru e dell'assessore regionale della programmazione Paci

Giangavino Murgia
30/08/2017
Attualità
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OLZAI. «La Giunta regionale non può rimanere inerte di fronte a questo ulteriore colpo assestato ai territori, soprattutto quelli a maggior rischio di spopolamento, com'è il caso di Olzai».

Lo dichiara, attraverso una nota stampa divulgata mercoledì pomeriggio, il consigliere regionale dei Riformatori Sardi Michele Cossa a seguito dell'ipotizzata chiusura da parte del Banco di Sardegna spa di dodici sportelli nel territorio regionale: quattro in provincia di Cagliari (Barrali, Selegas, Soleminis e Suelli), tre nella provincia del Medio Campidano (Collinas, Furtei, Gesturi), due in quella di Oristano (Escolca e Genoni), una in provincia di Nuoro (Olzai), un'altra in Ogliastra (Triei) e ancora una nella provincia di Sassari (Torralba), ovvero in dodici paesi dove le rispettive popolazioni residenti non superano i duemila abitanti.

«Quella che era la banca dei sardi, che per decenni ha sfruttato egregiamente la posizione di tesoriere di un gran numero di comuni della Sardegna per incrementare il proprio portafoglio clienti – ha scritto uno dei più autorevoli leader dei Riformatori Sardi  – oggi decide di abbandonare quegli stessi comuni, piantando un altro tassello nel processo di abbandono del territorio in termini di servizi pubblici e privati».

Il consigliere regionale Michele Cossa, ha auspicato pertanto «una presa di posizione netta nei confronti del Banco di Sardegna da parte del presidente della Regione Pigliaru e dell'assessore della programmazione Paci».

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