OLZAI. Ampia offerta turistica con Museo e Mostra gratis e mulino aperto alle comitive

Comune di Olzai - Direzione Casa Museo Carmelo Floris
20/12/2018
Arte
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Il comune di Olzai dedica all’arte i mesi di gennaio e febbraio offrendo al pubblico ingresso e visite guidate gratuite dal 7 gennaio al 28 febbraio 2019 alla Casa Museo Carmelo Floris, dove è in corso la mostra a cura di Marzia Marino “A sos amigos Artistas”. L’offerta voluta dall’Amministrazione si arricchisce ulteriormente abbinando la visita a Su Mulinu Vetzu al solo costo di 2 euro che verrà messo in funzione per un numero minimo di dieci partecipanti.  La promozione è rivolta anche a tutte le scuole.   

Con questa iniziativa il borgo di Olzai punta sulla storia, sulla cultura e sull’arte dei luoghi e come dice la Sindaca Ester Satta, vuole essere “un atto di riconoscenza verso tutta la Sardegna, la sua millenaria tradizione e bellezza che trova in Barbagia un momento di unione e condivisione”.

Condivisione è anche il fil-rouge di composizione della mostra che riunisce in un’unica collezione i maggiori protagonisti dell’arte sarda della prima metà del ‘900, insieme negli spazi del Museo e nei versi composti da Antioco Casula, detto Montanaru, che ne canta le lodi nella poesia a loro dedicata “A sos amigos Artistas”.  

 “I maggiori artisti di Sardegna, celebrati nei versi di Montanaru, si ritrovano a Olzai, nella Casa Museo Carmelo Floris, in occasione della mostra “A sos amigos artistas” che ha aperto i battenti durante la 23° edizione di Autunno in Barbagia. L’idea della mostra parte dalla documentata amicizia tra il pittore Carmelo Floris e il poeta desulese Antioco Casula, “Montanaru”, che a Carmelo Floris e agli altri suoi amici artisti dedicò la lirica “A sos amigos artistas”. Francesco Ciusa, Giuseppe Biasi, Remo Branca, Cesare Cabras, Mario Delitala, Stanis Dessy, Filippo Figari, Giovanni Battista Rossino e, chiaramente, Carmelo Floris, tutti, tranne Stanis Dessy, varcarono la porta della casa di Montanaru a Desulo e furono suoi ospiti. Di loro il poeta, dimostrando una non comune sensibilità, volle segnare, in rime fugaci, le caratteristiche dell’arte e le impressioni che ne conservava. Le 47 opere in mostra, tra dipinti, piccole sculture e opere grafiche, tutte provenienti da collezioni private, si succedono a loro agio nelle sale della Casa Museo, seguendo il ritmo dei versi del poeta desulese. Ad introdurcele è proprio il poeta, nell’intenso ritratto, dipinto da Carmelo Floris, durante uno dei numerosi incontri, che videro i due confrontarsi sui temi prediletti: le tradizioni, gli uomini, i paesaggi di Sardegna. Usi e costumi che Francesco Ciusa celebra con gli accenti aggraziati di gusto déco della sua produzione ceramica, rintracciabili nelle due maternità in mostra che del costume di Desulo esaltano le linee geometriche. Nei suoi versi Montanaru esalta i colori dei “quadri immortali” di Filippo Figari, gli stessi con i quali l’artista dipinge il Ritratto del fratello Giuseppe, in cui la pennellata divisa, obliqua e filamentosa, è capace di catturare la luce e costruire saldamente spazio e figura. Montanaru ricorda le processioni incise da Carmelo Floris e dipinte da Giuseppe Biasi. Esemplare quella in mostra, realizzata da Biasi nel 1943, che con la sintesi delle forme riesce a suggerire il lento incedere, il movimento fisico e l’andamento psicologico del mesto corteo. “Rocce desolate” quelle di Mario Delitala che ricorrono ancora negli anni Settanta, come si vede in Nuraghe mannu, ora però con un colore libero da ogni costrizione di linea e di prospettiva. A queste si affiancano “le cime deserte e le campagne bruciate” dei paesaggi di Remo Branca, le “semplici visioni” di Cesare Cabras, il segno nervoso di Stanis Dessy, i ritratti di gusto prettamente italiano di Giovanni Battista Rossino, a comporre una mostra che, nel segno dell’amicizia, ricostruisce un mosaico efficace dell’arte sarda del Novecento.”

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