Sono decine di migliaia i litri di latte di cui i caseifici sardi dovranno fare a meno in questi giorni. La protesta dei pastori di tutta la Sardegna di buttare il proprio latte piuttosto che venderlo per 0,60 centesimi al litro, si sta allargando a macchia d'olio coinvolgendo sempre più imprenditori agricoli, stanchi di vedere riconosciuta al loro prodotto una remunerazione uguale a 30 anni fa. Dopo che ieri un camion cisterna di una importante ditta di trasformazione, è stato bloccato in una strada di penetrazione agraria a Villacidro, e l'autista costretto a sversare sui campi il latte appena raccolto, la forma di protesta è quella di aprire i rubinetti dei frigo, e lasciare che il latte vada a finire negli scarichi fognari delle sale latte, il tutto sotto l'occhio di uno smartphone per fare in modo che i video arrivino all'attenzione dell'opinione pubblica, di quella classe politica che non è mai riuscita ad applicare le soluzioni per stabilire un equilibrio tra produttori primari e trasformatori, e sopratutto agli industriali. Intanto i social sono diventati il luogo dove urlare al mondo la sofferenza del mondo della campagne in seria difficoltà economica, nonostante un prodotto dalle qualità eccellenti.