Fonni sgomenta

Don Pietro Puggioni, parroco di Fonni
04/01/2013
Territorio
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La paura si è diffusa in tutto il paese in quest’ultimo scorcio dell’anno appena concluso.
La campagna, consegnata alla notte, è diventata teatro indisturbato dell’attività ladresca, ed affronto della dignità del duro lavoro degli onesti.
La mattina il ritorno ai luoghi di lavoro avviene col patema d’animo di non trovare intatto il patrimonio.
Le case sono diventate meno sicure, sembrano censite tra quelle abitate e quelle lasciate sole anche per qualche ora.
L’audacia non si è fermata neppure davanti agli anziani in casa, alla loro fragilità, ai loro risparmi, ingenerando in tutti paura e sgomento.
La gravità e l’intensità del fenomeno ha suggerito una seduta comunale cui hanno partecipato in pochi. Mille ricette vengono proposte per arginare il male e riportare un clima di serenità e sicurezza, ma sembrano inefficaci. La forza dei tristi protagonisti delle imprese è la paura del paese, la debolezza delle vittime designate ad arte, la certezza di non subire ritorsioni dagli onesti. C’è ancora la rassegnazione del paese di fronte alla spavalderia di chi, a viso aperto, sfida impunito il riposo notturno col fracasso, la sicurezza delle strade con pericolose esibizioni.
Fino a quando?
L’appello alle agenzie educative, in primis le famiglie, l’invocazione di una robusta presenza dello stato e delle autorità, l’attesa di una visibile solidarietà della comunità tutta sembrano restare puri desideri.
Più di uno alla paura di cui sopra ne unisce un’altra: la paura che Fonni torni a un triste passato non dimenticato. Una triste esperienza del passato di Barbagia dice che piccole avvisaglie non possono essere trascurate per evitare un domani triste come altri mai cancellati dalla memoria e dal dolore di tante famiglie.
Speriamo che il Cristo del Natale tocchi i cuori di tutti.

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