Ovodda. I primi quarant'anni del gruppo Orohòle in dodici mesi.

08/01/2013
Associazioni
Condividi su:

Il primo regalo per i quarant’anni di vita de su “Sotziu de ballu ovoddessu Orohòle” se lo sono fatti loro. Si tratta di un calendario, o per meglio dire, il calendario. Si perché tra le tante iniziative che promuovono, da 17 anni stampano un calendario tematico, che, come dicono loro stessi “appassiona e coinvolge l’intero paese” perché trattano con foto e poesie un argomento della vita quotidiana. Quest’anno non potevano che parlare della propria storia. Da sempre “la passione per la musica, i balli e il divertimento hanno caratterizzato la vita degli ovoddesi” scrivono nel calendario. Ogni avvenimento era per loro occasione “per far festa ballando e cantando a cuncordu” come testimoniato anche le foto. Una dei primi del novecento li ritrae mentre ballano e cantano per l’arrivo in paese di due filiciptos (ciclisti), come li chiamò una signora. Ma si spostavano anche in altri paesi dell’isola. Negli anni quaranta andarono a Cagliari per ballare in onore del re Vittorio Emanule III e la regina Elena. Erano questi dei gruppi estemporanei, non organizzati. Anche se negli anni conseguirono dei premi: come ad una festa ad Ozieri nel ’52, dove si aggiudicarono il primo posto ad una gara di ballo. “Questo spirito e passione per la danza avevano spinto alcuni giovani a costituire nei primi anni settanta, un gruppo folk organizzato”, ricordano oggi i componenti del gruppo presieduto da Pietro Puddu. L’anno successivo ottennero subito un risultato di prestigio: “Vinsero il primo premio alla sagra del Redentore a Nuoro dove ballarono per la prima volta accompagnati dall’organetto di Peppino Deiana e le bidulas di Peppe Cuga”. Questo diede ai giovani del gruppo, chiamato Orohòle come il monte che sovrasta il paese, entusiasmo e forza per andare avanti. Si esibirono in diversi paesi dell’isola ma anche all’estero, “prima fra tutte quella all’Eurofestival del folklore di Langollen in Galles nel ’76, dove il gruppo si classifico terzo mentre Pepe Cuga (unico suonatore di bidulas per la provincia di Nuoro) vinse il primo premio. In quarant’anni di vita hanno fatto parte del gruppo tantissimi ovoddesi, diverse generazioni, l’unico sempre presente dalla fondazione ad oggi è Fabio Lai, noto Tobia, che cominciò a ballare per Orohòle da quando aveva 15 anni. Negli anni si è affermato anche “un vero e proprio vivaio di piccoli balladores”. Oggi il gruppo è composto da circa 70 persone, tra grandi e piccoli. Negli anni sono cambiati anche i suonatori di organetto.  “Su Sotziu de ballu – dice Piero Mattu, per tutti su Re – oltre a fare il calendario, partecipa ogni anno a diverse manifestazioni in Sardegna, Italia e all’estero, promuove convegni, feste e iniziative sulle tradizioni culturali. A Cortes apertas curiamo una mostra sul costume ovoddese e in generale siamo attivi nella ricerca e mantenimento della tradizione che cerchiamo di trasmettere ai più giovani. Quest’anno cercheremo di organizzare qualcosa di speciale per il paese per festeggiare assieme i nostri 40 anni”.  

Leggi altre notizie su labarbagia.net
Condividi su: