Gavoi. In programma una settimana per ricordare la Shoah.

La Prociv Arci ha organizzato una serie di iniziative. Saranno coinvolti i ragazzi di medie e elementari.

19/01/2013
Associazioni
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Gavoi. Una ragazza poco più che adolescente, nell’opera che la renderà tristemente nota in tutto il mondo scriveva: “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Era Anna Frank, una giovane che si affacciava alla vita in un mondo troppo crudele per lei. I ragazzi delle scuole medie ed elementari di Gavoi, saranno chiamati a conoscere ciò che è stata l’umanità neanche settanta anni fa, e quali tristi torture sono state permesse ai danni di milioni di persone con l’unica colpa di appartenere a un gruppo destinato all’eliminazione dalla faccia della terra. Lo scopo dell’associazione Prociv Arci, in collaborazione con la Biblioteca Satta e l’istituto comprensivo di Gavoi con le manifestazioni previste nel paese per la settimana tra il 22 e 28 gennaio è proprio quello di far nascere una sensibilità maggiore verso i temi dell’Olocausto per una più ampia attenzione ai problemi sociali di oggi. Grazie alle numerose opere letterarie e in tempi più recenti, alla numerosa filmografia che ha trattato gli orrori dei campi di concentramento, sono stati organizzati dei laboratori, diversi per fasce d’età, durante i quali sono previste letture e proiezioni per i più piccoli e una mostra di cento libri sul nazifascismo per le scuole medie. E ancora ispirati da Anne Frank, gli organizzatori hanno deciso di donare un alberello a tutti i giovani partecipanti: durante il periodo in cui la giovane dovette nascondersi con la famiglia, l’unico amico esterno con cui stabilì un contatto fu l’ipocastano che vedeva dalla finestra. E i semi di quell’albero (crollato a causa della pioggia nemmeno un anno fa) sono stati piantati in tutto il mondo, per non dimenticare. “E’ importante non ignorare il passato per evitare di ripetere gli stessi tragici errori in futuro” ricorda Giorgio Lai, responsabile dell’associazione. E l’errore dell’Olocausto è di chi ha permesso questa follia. “Quando assistiamo a episodi di bullismo e giriamo la faccia dall’altra parte – continua Lai - è come se ci rendessimo complici di quel bullo: stiamo permettendo che si compia un atto di odio e denigrazione della persona”. 

In allegato la locandina con il programma.

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