Ollolai. Sabato 2 marzo presentazione del libro "In Ollolai"

01/03/2013
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Ollolai. Sessant’anni di storia raccontata attraverso un libro fotografico: “In Ollolai”. E’ il frutto del lavoro di Deborah Ladu di Ollolai e Carla Medde di Norbello che sarà presentato sabato nella sala conferenza dell’orto botanico insieme alla mostra fotografica. L’appuntamento è alle 17,30. Le giovani donne hanno aderito all’iniziativa della biblioteca di Sardegna con sede a Cargeghe, e il loro lavoro sarà inserito nella collana “Atlante sardo”: volumi che raccontano un “pezzo” di storia dei nostri paesi attraverso le foto. Il progetto è patrocinato delle provincie di Sassari e Oristano e dei Comuni interessati. “E’ un progetto regionale tutto al femminile  – ci racconta Deborah Ladu –. Che ha già creato un  archivio di oltre 40 mila foto storiche. L’obiettivo della biblioteca è quello di coprire tutto il territorio regionale con volumi di fotografie storiche”. Molti Comuni sardi hanno già il loro volume grazie alle donne che hanno curato e ricercato le foto. “La collaborazione dei curatori e ricercatori è libera e gratuita – prosegue l’autrice -, senz’altro, ripagata dalla soddisfazione nel vedere l’opera pubblicata”. Per quanto riguarda “In Ollolai” si tratta di “una raccolta di fotografie storiche e didascalie descrittive, che vanno a coprire un arco temporale tra il 1900 e il 1959 – ci spiega ancora Deborah Ladu -.  Immagini di famiglie, si alternano a scorci e paesaggi, a volti e scene di quotidianità, per un totale di 280 fotografie scattate sia ad Ollolai che fuori, a dimostrare quanto l’emigrazione fosse un fenomeno presente nella vita della nostra comunità”. Un lavoro impegnativo che ha coinvolto tutto il paese nella ricerca di foto storiche. “Ringrazio le tante famiglie che ci hanno dato le foto e aiutato e incoraggiato nella realizzazione del libro. Per noi – dice Deborah – è stata un’esperienza preziosa che ci ha  fatto capire quanto la storia dei nostri padri e nonni, vista in questo caso  attraverso le immagini, sia un patrimonio culturale inestimabile da dover tramandare alle nuove generazioni”.

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