Olzai. Presentazione risultati del primo “Laboratorio di cesteria con l’intreccio dell’asfodelo”

Giangavino Murgia
06/03/2013
Attualità
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Olzai. Venerdì 8 marzo, nella Casa Museo Carmelo Floris, l’Amministrazione comunale di Olzai e l’Agenzia regionale per lo sviluppo dell’agricoltura e rurale “Laore” presenteranno i risultati del primo “ Laboratorio di cesteria con l’intreccio dell’asfodelo” avviato lo scorso mese di dicembre nell’ambito del progetto “Per Olzai”.
La manifestazione conclusiva del corso si aprirà alle ore 11 con i saluti del sindaco Antonio Ladu e gli interventi dei rappresentanti dell’Agenzia regionale Laore che hanno ideato e coordinato il progetto. Dopo la consegna degli attestati di partecipazione ai docenti e allieve del corso, è prevista una dimostrazione pratica della lavorazione dell’asfodelo e l’illustrazione di alcuni lavori eseguiti durante il laboratorio riservata principalmente agli alunni della Scuola Primaria di Olzai.
Collabora all’iniziativa la Pro Loco Bisine che in questi anni ha intrapreso diverse iniziative per la valorizzazione di una delle più antiche e raffinate tradizioni locali, come documentato nel 1911 dall’illustre medico, intellettuale e bibliofilo Pietro Meloni Satta nella sua monografia “Olzai – Reminiscenze e divagazioni”:
“L’asfodelo – asphhodelus ramousus, Linn., iscraria, Log., cadilloni , Mer. – ha costituito sempre una grande risorsa per il paese, poiché oltre al commercio si faceva, un tempo, una estesa lavorazione, in oggetti ordinari e finissimi, di canestri e canestrini, eleganti, splendidi, di ogni forma e dimensione, in cabaret , bicchieri, chicchiere, caffettiere, scatoline per dolci e gioielli. Si fanno anche delle corbe e corbellini – corva – corba – corvula -, e dei cestoni grandissimi – panarzas – per la conservazione del grano, dell’orzo, fave, castagne, noci e mandorle, specie da quelle famiglie cui fanno difetto i locali. Sono di molta durata, e si possono lavare con acqua semplice e saponata. … Oramai però lavori fini non se ne fanno che per apposita commissione, non esendo sufficientemente rimunerati, mancando il vero conoscitore, colui che sappia artisticamente apprezzarli. Si lavorano però sempre, su larga scala, per gli usi domestici, i canestri ed i corbellini, paneris, canisteddas, horves e panarzas . Ricordo che il Prof. Lovisato Domenico, della Università di Cagliari, entusiasta di tali lavori, ne inviava a due esposizioni di Milano e di Torino ottenendone diplomi e medaglie”.
Pertanto, durante questo primo corso di cesteria coordinato da Anna Rocca e Caterina Zurru della sede nuorese dell’Agenzia Laore, sono state ripercorse le tappe della storia della lavorazione in asfodelo.
Il laboratorio di Olzai ha visto la partecipazione di quindici allieve (Barbara Azuni, Anna Bussu, Carmina Cheri, Antonietta Corbu, Anitia Fernando, Nadia Giordano, Maria Rita Lostia, Maria Gabriella Melis, Maria Grazia Meloni, Silveria Ortu, Alessandra Romagnani, Barbara Rubiu, Francesca Sechi, Paola Sechi e Marianna Soro).
Queste allieve hanno acquisito con molto entusiasmo e con ottimi risultati le prime tecniche di lavorazione guidate, in questa attività, dalle signore Maria Barbara Meloni e Giovanna Porchi esperte nella lavorazione in asfodelo.
E visto il successo di questa iniziativa, il Comune di Olzai ha già inoltrato domanda al direttore del dipartimento Agenzia Laore di Nuoro Antonio Maccioni per l’attivazione di un secondo corso finalizzato al perfezionamento delle tecniche di raccolta, preparazione e lavorazione artigianale dell’asfodelo.

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