Dal 1 agosto, 1.300 impiantisti “esodati” anche Sardegna.

La denuncia del presidente di Confartigianato Luca Murgianu.

Federico Marini (Responsabile ufficio stampa Confartigianato imprese Sardegna)
17/05/2013
Attualità
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“Dal 1 agosto, anche in Sardegna, circa 1.300 imprese di installazione impianti, che operano nel settore delle energie rinnovabili (fotovoltaico, a biomasse, solare termico, pompe di calore e geotermia) non potranno più lavorare”. E’ laconico il commento di Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sul nuovo fardello amministrativo che in piena estate colpirà la maggior parte delle imprese di installazione impianti. “Da più di 3 mesi – prosegue Murgianu - a livello nazionale, stiamo chiedendo ai Governi e ai Parlamentari che si sono succeduti, la modifica dell’articolo 15 del Decreto Legislativo 28/2011 per garantire a tutti gli installatori abilitati la possibilità di continuare a svolgere la loro attività nelle rinnovabili”.

Tutto questo perché il decreto 28/2011, che recepisce una direttiva europea e ha lo scopo di incentivare l’uso delle energie rinnovabili, tra i requisiti per poter installare impianti non prevede l’abilitazione oggi riconosciuta dalla legge 37 del 2008 per i responsabili tecnici delle imprese impiantistiche. “In pratica, agli operatori in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo e dell’esperienza maturata in anni di lavoro - prosegue il Presidente di Confartigianato - si nega sia il riconoscimento della  qualificazione professionale acquisita e imposta dalla legge del 2008 per operare sugli impianti, sia la possibilità di svolgere corsi di aggiornamento”. “Per la nuova normativa – sottolinea - è come se non esistessero. Con il risultato che fra 75 giorni, tantissimi installatori di impianti di questo importante settore, saranno tagliati fuori dal mercato”

Confartigianato Imprese Sardegna, anche questi giorni, ha nuovamente chiesto l’intervento del Governo e del Parlamento per modificare una disposizione assurda che finisce per creare una nuova categoria di “esodati”.

“Stiamo contattando i Parlamentari sardi – conclude Murgianu – affinchè intervengano per cambiare radicalmente un decreto legislativo che nega agli impiantisti il diritto di lavorare. Soprattutto nell’attuale momento di crisi una norma come questa si abbatte come una mannaia sulle imprese e sui lavoratori. Tutto il contrario di quanto servirebbe sia per favorire l’occupazione sia per contribuire a sviluppare il settore delle energie rinnovabili”.

 

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