Michele Columbu, "l'ultimo depositario di un'arte antica".

Il ricordo del maestro Gavino Poddighe

Gavino Poddighe
01/06/2013
Attualità
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Eravamo andati a trovare Zio Michele all'hotel Monte spada, credo nel mese di agosto di circa 20 anni fà, dovevo parlargli dello spettacolo in lavorazione tratto dal racconto < la rapina ragionata > dal suo libro - L'Aurora è lontana- pubblicato qualche anno prima, zio Michele che tra l'altro era l'unico ospite dell'intero albergo, insistette perché ci fermassimo a pranzo con lui..e pranzo fu...credo che zio Michele fosse l'ultimo depositario di un arte antica : l'arte del raccontare, per 4-5 ore, come un incantatore di serpenti ci soggiogò con i suoi racconti e noi ultra quarantenni stavamo lì zitti come bambini, a godere delle sue incredibili stupefacenti storie che parevano attinte da un altro mondo mentre semplicemente parlavano dei nostri paesi, del nostro quotidiano, dei nostri pastori...mai nella mia vita, con lunga parentesi anche fuori dall'isola, avevo conosciuto un personaggio altrettanto affascinante, sagace, intelligente, con cultura enciclopedica bilanciata dalla cultura locale che nei suoi racconti assumeva carattere epico, fantastico. immaginifico...solo lui possedeva questa antica sapienza, forse attinta e assimilata nelle lunghe notti d'inverno della sua infanzia, quando i nonni raccontavano accanto al camino e i piccoli ascoltavano e sognavano...qualche anno dopo, credo in occasione della prima edizione de "S'istrumpa", emozionati per la sua annunciata presenza, dovemmo aspettare qualche oretta buona prima che il professore arrivasse...zio Michele rosso in viso, reduce da un lautissimo pranzo si sedette giustamente in prima fila e lo spettacolo ebbe inizio....zio Michele fù svegliato dagli applausi finali...aveva dormito per tutto lo spettacolo e probabilmente aveva anche sognato... ed aveva ragione di dormire, perchè la vita è un sogno, come i suoi racconti che ci facevano sognare senza riuscire a chiudere gli occhi, incantati....

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