Sarule. Mariangela Barca: "Verificheremo dove vanno a finire i nostri rifiuti'".

Sabato si è tenuto un convegno dell'amministrazione sul ciclo virtuoso dei rifiuti.

a cura della redazione
08/07/2013
Territorio
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Sarule. L’obiettivo è superare l’incenerimento. L’impegno immediato “conoscere la destinazione finale dei nostri rifiuti”. Sono queste le parole d’ordine dell’amministrazione comunale di Sarule nell’ambito dei rifiuti. Da qui nasce il convegno di sabato sul “ciclo virtuoso dei rifiuti”. “La prima iniziativa con esperti del settore per avere una visione a 360 gradi su questa realtà – ha detto il sindaco Mariangela Barca –. A noi interessa una pratica virtuosa che tuteli l’ambiente e i nostri cittadini. Questa sarà la nostra stella polare per raggiungere la quale chiederemo il sostegno delle popolazione e delle altre amministrazioni dell’Unione dei Comuni con le quali gestiamo insieme il servizio della raccolta differenziata”. Servizio che stenta a trovare un nuovo gestore visto che in questi mesi sono andate deserte due gare per il suo affidamento. Il punto da cui parte la nuova amministrazione è comunque chiaro: “superare l’incenerimento e avere come obiettivo ultimo quello dei rifiuti zero”. Lo avevano già detto a chiara lettere in campagna elettorale; lo hanno confermato sabato. “Gli inceneritori sono altamente nocivi per la salute” ha spiegato dati alla mano Paola Correddu dell’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE). “L’incenerimento ci viene presentato come la panacea di tutti i mali solo perché dietro ci sono le organizzazioni malavitose che vi lucrano coperte dai politici corrotti”. Conferma che arriva dalle parole del presidente dell’ISDE Vincenzo Migaleddu. “Non è assolutamente vero che con l’incenerimento si risolve il problema, perche alla fine di quel ciclo il 20 per cento dei rifiuti si trasforma in cenere altamente tossica che va in discarica e nell’aria attraverso minuscole particelle che vengono respirate da noi”. Il medico  ha mostrato dati agghiaccianti, che hanno ammutolito il pubblico presente, sulle percentuali delle morti causate dall’inquinamento dell’aria. “Questo falso problema dei rifiuti si risolve cambiando mentalità” hanno concluso. Riducendo la produzione a monte, con la raccolta porta a porta spinta, ed il riciclo. Cambio di rotta che è stato già adottato a Tergu, Comune di meno di 600 abitanti nella provincia di Sassari, dove dal 2010 esiste una piattaforma in cui si recuperano  tutti i materiali provenienti dalla “raccolta differenziata” dei Comuni dell’Anglona: plastica, legno, vetro, carta, acciai. “L'attività – ha spiegato il sindaco del piccolo centro Gian Franco Satta - consiste nel ricevere le “frazioni secche” riciclabili dei rifiuti, selezionare i materiali in base alla composizione merceologica e gestire la fase di destinazione in uscita delle singole tipologie di materiali che, in relazione alla possibilità di riutilizzo, vengono consegnati a impianti di seconda lavorazione o a specifiche aziende che impiegano i materiali nei loro cicli produttivi”. Questa attività consente di innalzare le percentuali di riciclo (“nell’Anglona siamo oltre il 70 per cento”) inoltre “abbiamo vantaggi sia dal punto di vista economico che occupazionale perché ci lavorano 50 persone del nostro territorio”. L’obiettivo del Comune di Tergu ha detto Satta è “concludere la seconda parte del progetto che ci consentirà di chiudere il ciclo, trasformando l’indifferenziato in  sabbia sintetica che poi sarà utilizzata per fini edili”. “Quello di oggi è il primo passo – ha commentato l’assessore all’Ambiente di Sarule Maurizio Sirca – in autunno riprenderemo l’argomento con delle iniziative di approfondimento coinvolgendo e informando i cittadini, inoltre andremo a vedere di persona l’impianto di Tergu”.  Prima però, come ha ribadito il sindaco in chiusura "vogliamo verificare dove vanno a finire i nostri rifiuti". 

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