ONIFERI. Maria Antonia Modolo è la prima cittadina onoraria di Oniferi

L'ex senatrice vuole organizzare un convegno sulla longevità in Barbagia

a cura della redazione
17/09/2013
Attualità
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ONIFERI. “E’ stata una bella festa partecipata e apprezzata dalla popolazione oltre che dalla diretta interessata”. La giovane sindaca di Oniferi, Stefania Piras, sintetizza cosi la cerimonia di domenica scorsa in cui l’amministrazione comunale ha consegnato alla professoressa Maria Antonia Modolo la cittadinanza onoraria. “Lo abbiamo fatto sia perché è figlia di un oniferese e sia perché è una donna di cultura. Una che ha speso la vita per lo studio, che ha un curriculum di tutto rispetto. Siamo orgogliosi di aver consegnato la prima cittadinanza onoraria della storia di Oniferi ad una donna e a questa donna in particolare”. Nata nel 1929, Maria Antonia Modolo, è figlia di Felice Modolo che a vent’anni, nel 1911 lasciò la Barbagia per partire in guerra. Da allora non fece più ritorno nel suo paese natale, se non sporadicamente per visitare i propri familiari. Abbracciata la carriera militare, infatti, Felice si sposò a Spoleto. Ed in Umbria nacquero le sue 5 figlie, tra le quali Maria Antonia.  La carriera di quest’ultima è lunga. Docente universitaria di Igiene in pensione, attualmente è direttrice di due riviste di diffusione nazionale sulla salute. Nel 1994 è stata eletta senatrice nelle fila del Partito socialista. Nel 2003 il presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, le ha, inoltre, attribuito la medaglia d’oro per la Cultura. “Ha apprezzato tantissimo la nostra onorificenza – spiega la sindaca – tanto che vuole in qualche modo sdebitarsi dell’affetto dimostratole dalla sua nuova comunità promuovendo un convegno sulla longevità”. Oniferi è oggi il paese Barbaricino (ma forse non solo) che conta la più alta presenza di centenari: attualmente sono quattro. Maria Antonia è rientrata spesso a Oniferi per trovare i suoi parenti. Presenza che fu immortalata con diversi fotografie, "alcune delle quali me le ha lasciate - dice Stefania Piras -. Si tratta di scatti che risalgono agli anni '50".

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