Orani: tracce d’arte nella Parrocchiale di S.Andrea

Angelino Mereu
04/11/2013
Arte
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“Orane no at cresia prinzipale / ca sa c’hain si che l’han ghettada”
(Orani non ha chiesa principale / perchè quella che avevano l’hanno butta giù).

Così inizia una vecchia canzone composta per prendere in giro gli oranesi che, nel 1816, furono costretti a demolire la copertura della Parrocchiale di S.Andrea, costruita nel XVI secolo, oramai pericolante e a rischio di crollo: rimasero in piedi solo le mura perimetrali e il campanile che ancora oggi possiamo ammirare. Il rudere di S.Andrea venne successivamente “riciclato” come cimitero e, sino al 1906 circa, ha assolto tale funzione ed è rimasto impresso nella conoscenza e nella parlata comune degli oranesi come “Campusantu vezzu”. Con la demolizione della chiesa principale, le funzioni religiose vennero spostate nelle altre chiese del paese, in particolare in Santa Croce e nella chiesa di S.Giovanni Battista del Convento. Si pose da subito il problema di costruire una nuova chiesa ma solo nel 1867, grazie al lascito di una nobildonna oranese, si riuscì a porre la prima pietra e ad avviare la costruzione della nuova Parrocchiale in stile neoclassico, progettata dall’architetto nuorese Giacomo Galfrè. La vicenda di tale costruzione risultò alquanto travagliata e, tra dispute ereditarie, liti con le imprese e mancanze di fondi, si arrivò alla consacrazione della nuova Parrocchiale nel 1932, sessantacinque anni dopo la posa della prima pietra. Ma se l’interno della chiesa era ultimato, i lavori di sistemazione all’esterno continuarono ancora per qualche anno e, di fatto, furono definitivamente conclusi intorno al 1960. Chi vuole approfondire le vicende della parrocchiale di S.Andrea può consultare il libro “Orani. Storia e testimonianze di un popolo”, di Giacomino Zirottu, Ed. Solinas, Nuoro 2000. Dopo la sua inaugurazione, la Parrocchiale è stata impreziosita da una serie di interventi artistici tra i quali assume notevole importanza la sistemazione dell’altare maggiore, conclusa nel 1955, ad opera dell’artista oranese Mario Delitala (1887/1990). Con tale intervento la Parrocchiale ha assunto l’aspetto definitivo che ancora oggi possiamo ammirare.Sull’altare, che presenta la base in marmi policromi eseguita intorno al 1930 dalla ditta Tilocca di Sassari, venne collocata l’opera pittorica che raffigura l’ascesa in cielo di S.Andrea, appositamente realizzata da Mario Delitala. L’Artista, che dal 1949 ricopriva la carica di Direttore dell’Istituto Statale d’Arte di Palermo, progettò e fece realizzare in Sicilia anche la parte lignea dell’altare costituita dalla cornice in legno per il dipinto e dai due angeli inginocchiati posti ai lati. Delitala dipinse il Santo che ascende al regno dei cieli, circondato da un nugolo di cherubini che sorreggono la croce. Per la realizzazione dell’opera il pittore fece posare diversi bambini del paese: fu così che a Orani S.Andrea si avviò a conquistare il  Paradiso accompagnato dai gioiosi sorrisi di Mario Bruno (Bruneddu “Quaranta”), Giuseppe Bande, Mario Loddo e Giovanni Puggioni. Mario Delitala, già in passato, aveva avuto modo di intervenire nella Parrocchiale di Orani quando aveva effettuato il restauro del retablo cinquecentesco proveniente dalla chiesa di Santa Maria e ora collocato sopra la porta della sagrestia di destra. Nel 1956 l’artista dipinse il quadro “S.Antonio Pacificatore”, collocato nell’altare della navata di destra. Tale dipinto colmò un vuoto nella parete del lato sinistro dell’altare, visto che il lato destro era occupato dal dipinto “S.Francesco predica agli uccelli”, realizzato da Stanis Dessy nel 1932 durante una delle frequenti visite effettuate dell’artista a Orani. Il dipinto, molto curato nei dettagli e nei particolari dei volatili ritratti, ha tra l’altro una curiosa particolarità in quanto, per il frate compagno di S.Francesco, fece da modello il pittore sassarese Mauro Manca. Nel 1961 Delitala interviene ancora nella parrocchiale e firma un paio delle formelle in ceramica della Via Crucis realizzata in collaborazione con il fratello Franceschino, noto medico ortopedico che, però, si dilettava di pittura con risultati più che dignitosi. Lo dimostrano i due dipinti posizionati nella navata di sinistra della Parrocchiale, raffiguranti San Pietro e San Paolo che, per stessa ammissione di Franceschino Delitala, “parevano tolti dalla cornice della Pinacoteca vaticana, in cui stanno a ricordare l’opera pittorica di fra Bartolomeo della Scala”.

Immagine tratta da http://amerblog.wordpress.com/

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