In Sardegna il peggior trend italiano per la chiusura di imprese sarde

Confartigianato Sardegna: “Occorrono interventi che liberino tutte le imprese da vincoli e costi se soffocano le iniziative”.

Federico Marini (Responsabile ufficio stampa Confartigianato imprese Sardegna)
06/11/2013
Comunicati Stampa
Condividi su:

Cinque anni di crisi in Sardegna hanno lasciato il segno anche sul tessuto imprenditoriale gestito dalle donne artigiane. Infatti, tra il 2008 e il 2013, è scomparso il 7,9% delle “aziende rosa”, passando da 5.713 unità a 5.262. Negli ultimi 12 mesi, il tasso di chiusura è arrivato al 2,6%.

Sono questi i numeri che emergono dalla “fotografia” scattata dall’Osservatorio sull’Imprenditoria Femminile e dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che vuole raffigurare la situazione delle artigiane nella nostra isola.

La Sardegna, con quasi l’8% di chiusure negli ultimi 5 anni, ha il peggior trend d’Italia (media nazionale +1,5%) seguita dalla Sicilia (-6,6%) e la Basilicata (-3,3%). L’incremento maggiore, al contrario, è stato registrato a Bolzano (+14%), Trento e Valle D’Aosta (+8,8%) e in Toscana (+7.9%). Da notare che nel periodo pre crisi (2005-2008), l’imprenditoria artigiana femminile della nostra regione cresceva più della media nazionale (+1,5% della Sardegna contro il –0,3% della media Nazionale).

A livello regionale le 5.262 donne artigiane sono impegnate nei servizi alla persona (2.816 imprese), nel manifatturiero (1.216), nei servizi alle imprese ( 880) e nelle costruzioni (325).

Tra le vecchie province, poco più di 2mila imprese (-1,6% rispetto a un anno fa) sono registrate in quella di Cagliari; seguono Sassari (1.821/ -2,9% rispetto al 2012), Nuoro (926/ - 3,5% rispetto al 2012) e Oristano (424/ - 3,4% rispetto al 2012).

“I dati del nostro Osservatorio – sottolineano da Confartigianato Imprese Sardegna – dimostrano come l’imprenditoria femminile sarda vada incoraggiata. C’è la necessità di interventi che liberino tutta le aziende dai troppi vincoli e dai costi che soffocano le iniziative”. “E’ necessario – continua l’Associazione Artigiana - poter contare su un welfare che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia e di esprimere nell’impresa le proprie potenzialità”.

A questo proposito, Confartigianato Imprese Sardegna, attraverso la propria rappresentanza nazionale, ha sollecitato la riattivazione, da parte del Governo, del Tavolo dell'Imprenditoria Femminile con la rappresentanza delle associazioni imprenditoriali. Inoltre ha chiesto di rendere finalmente fruibili i 20 milioni di euro destinati con un
decreto dello scorso marzo alla sezione speciale del Fondo centrale di garanzia dedicato alle imprese femminili.

“Quei 20 milioni – precisano dall’Associazione Artigiana – sono importanti per le donne che vogliono fare impresa e che hanno maggiori difficoltà di accesso al credito rispetto ai colleghi maschi”.

Confartigianato ha poi proposto una nuova edizione della legge 215 per l'imprenditoria femminile che, negli anni, ha consentito la nascita di oltre 70.000 aziende guidate da donne e ha permesso un incremento occupazionale di oltre 90.000 unità in tutta Italia.

Leggi altre notizie su labarbagia.net
Condividi su: