GAVOI. Sa Sortilla è ancora un successo

Il carnevale barbaricino nella mostra fotografica dello sloveno Ziga Koritnik

Chiara Sedda
28/02/2014
Territorio
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GAVOI. Il rito si è rinnovato. La sfilata dei tumbarinos di Gavoi nel giorno di giovedì grasso ha proceduto con lentezza e sostato come in una processione in onore del “santo carnevale”  e del “Dio Bacco”su vicoli, piazze e strade solitamente poco frequentate del centro storico.

Il silenzio della mattina e la presenza di numerosi turisti e visitatori annunciavano una preparazione che è poi sfociata nel “rito collettivo” che coinvolge ormai, non solo tutti gli abitanti del luogo ma anche i visitatori, che sono spesso parte attiva del gruppo.

La bella giornata di sole ha certamente favorito il buon andamento dell'evento, che non si è mai caratterizzato come manifestazione istituzionale, mantenendo anche stavolta il canone dell'improvvisazione e del disordine nei tempi e nelle soste che ha sempre caratterizzato questo giorno. Il suono del ballo e dei tumbarinos, o i canti di piccole orchestre  senza età hanno ricreato così un clima di magia e spensieratezza che ha avvolto Gavoi sino a tarda ora. Nei locali di Via Roma si poteva visitare anche la mostra fotografica sul carnevale barbaricino del fotografo sloveno Ziga Koritnik che resterà aperta solo sino a domani.

Organizzata dall'associazione Tumbarinos con il patrocinio del comune di Gavoi, la mostra presenta 40 fotografie 40x50 e 30 miniature a colori scattate in diversi centri della barbagia.

Un percorso davvero affascinante che offre un diverso e acuto sguardo sul carnevale: maschere tradizionali e maschere improvvisate, gruppi di persone o animali, dettagli di mani e solitarie mascherine enigmatiche, passando per pastori al lavoro e pecorelle che osservano attente il fotografo sloveno.

Inserita talmente bene nel contesto del carnevale barbaricino, la mostra fa rivivere anche lo spirito del giovedì grasso gavoese: espressione sia della collettività che dei dettagli dei singoli che per l'occasione sono ancora più liberi di essere se stessi: tutti diversi e tutti uniti dall'amore per il carnevale e il suo luogo.

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