Il comitato cittadini liberi replica a Maninchedda che parla di "Balle di Barbagia"

Comitato cittadini libero
06/04/2014
Comunicati Stampa
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 Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Comitato Cittadini Liberi, in risposta all'articolo dell'assessore regionale Paolo Maninchedda che pubblichiamo sotto.

Onorevole Paolo Maninchedda, è da tempo che in Barbagia si raccontano balle… ma non è il nostro caso.

Lei dice il vero: non sa chi siamo. Siamo solo semplici cittadini e non ci nascondiamo certo nell’anonimato come lei ha sostenuto, mentendo. Abbiamo portato avanti le nostre battaglie sempre a viso scoperto e soprattutto sottoscritto le note stampa non sotto il nome  generico di comitato, ma con nomi e cognomi. Patetico ci pare davvero il suo tentavo di screditarci su questo versante. Tra di noi ci sono insegnanti, operai, impiegati, pastori, studenti e disoccupati.  Nessuno di noi ha una tessera di partito né una storia politica da raccontare, ma conosciamo bene la sua fin dai tempi in cui militava nella Democrazia Cristiana, per poi passare dal centro al centrodestra e nuovamente al centrosinistra.
Siamo gli stessi che abbiamo atteso invano che lei, proprio in Barbagia, riguardo alla questione nuorese, riuscisse (forse con una rivoluzione indipendentista) a destabilizzare, a scuotere e far crollare le mura della Provincia e “il potere nuorese soffocante e deviato”.

Siamo gli stessi che l’abbiamo ascoltata quando assicurava il suo impegno contro ogni forma di incenerimento attraverso una proposta di legge, quella stessa a cui lei dice di essere affezionato.

Siamo ancora noi quelli che non ci siamo inabissati durante le elezioni per rinascere subito dopo, ma abbiamo fatto sentire la nostra voce prima, durante e dopo le elezioni.
Abbiamo sottoscritto la lettera ai candidati presidenti e posto diversi quesiti anche a coloro che si sono sottoposti al vaglio degli elettori. L’avremmo fatto anche con lei, ma lei è rinato subito dopo.

Ora, comunque attenderemo di vedere ciò che accadrà nelle prossime settimane riguardo l’idroelettrico. Sarà forse la volta buona che la gestione delle centrali idroelettriche, scaduto il contratto con l’Enel, venga affidata a un ente pubblico? Provi a rispondere a questa domanda: serve o non serve che i vantaggi della risorsa idrica ricadano sui sardi in modo evidente? Per noi questo è il problema.
In attesa dei fatti che smentiscano le bugie, una cosa è certa: di balle ne abbiamo sentite tante e purtroppo ne sentiremo ancora.
 

La risposta dell'assessore regionale Paolo Maninchedda al comunicato pubblicato giovedì scorso da labarbagia.net ed il marghine.net, e ieri anche da un altro quotidiano online.

Le balle di Barbagia

Mi fanno notare questo articolo: Comitati liberi cittadini: “Maninchedda è sovranista a corrente alterna”, ripreso poi da Sardiniapost.
Ovviamente non so chi siano le persone che compongono il ‘Comitato di cittadini liberi’. Sarebbe interessante conoscerne i nomi e magari la storia politica, per capirne fino in fondo i pregiudizi e le pregiudiziali ostilità.
Ma, detto questo, le balle sono balle.
Io sono contrario al carbone e per il gas da sempre. Ho sempre scritto che il progetto della centrale a carbone è stato imposto al Gruppo Clivati come espediente per indurlo a ritirarsi e chiudere. Son convinto che la Regione debba dire sì al gas e attuare un processo di conversione delle sue centrali a carbone, coperto dall’essenzialità.
Ho sempre detto che la Sardegna deve farsi un rigassificatore (e non un gassificatore), comprare il gas dai paesi produttori privi di gasdotti.
Da tempo vado dicendo che il gasdotto dall’Algeria non si farà, ma che occorre salvare la progettazione del Galsi.
Sono per il progressivo spegnimento degli inceneritori, come per l’appunto sostenni nella mia vecchia proposta di legge a cui resto tenacemente affezionato. Non credo che si possa spegnerli in un attimo; pretendo che finché devono funzionare, funzionino meglio; sono contrario al riempimento delle discariche.
Il problema posto dagli organi del Partito dei sardi sulle pale a Orani è quello della sovranità energetica, cioè sui vantaggi sardi dell’energia. Si risponda a questa domanda: serve o non serve che i vantaggi dell’eolico ricadano sui sardi in modo evidente? Per noi questo è il problema. Se si consuma territorio, lo si deve fare con vantaggio non marginale dei sardi.
Sull’idroelettrico: sul contrasto con Enel e Terna non prendo lezioni da nessuno e si vedrà nelle prossime settimane.
Sui contratti per lavorare di più e lavorare tutti sono prontissimo a un confronto elettorale: vediamo chi viene giudicato meritevole di maggiore consenso.
Dietro questa presa di posizione sostanzialmente anonima si cela la ripresa di quell’ostilità al sovranismo e all’indipendentismo che viene dal radicalismo protestatario e inconcludente che si inabissa alle elezioni, perché non ha seguito né radicamento sociale, e rinasce subito dopo le competizioni elettorali, accendendo sempre la battaglia miserevole del discredito e della falsificazione. Pensare di impedire al Partito dei Sardi il suo percorso usando ancora l’arma antica della calunnia, della falsificazione e della denigrazione è veramente patetico. Ma comunque, giacché la combatto dall’età di sedici anni, sono allenato e continuerò a combatterla.

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