“La proposta di legge dell’onorevole Brambilla, per vietare la macellazione degli agnelli con un’età inferiore ai sei mesi, più che un obiettivo per la tutela della vita animale, sembra piuttosto un agguato al sistema economico agropastorale che si trova già in grossa difficoltà. La settimana prima di Pasqua, una proposta del genere equivale al tentativo di affossare un intero comparto produttivo, che, al contrario, cerca di emergere e distinguersi grazie alla qualità dei prodotti, alla certificazione della filiera come UE comanda e al rispetto di tutte le norme di benessere animale. Le difficoltà oggettive, date dalla concorrenza estera, dall’epidemia della lingua blu che ha decimato le greggi e quindi abbassato il numero di agnelli, si sommano ora alla propaganda degli animalisti (o presunti tali) che celebrano in questi giorni il processo contro allevatori e macellatori colpevoli dell’uccisione di milioni di agnelli da mangiare il giorno di Pasqua”. A parlare è Giuseppina Sias, bororese, figlia di pastore, che ha studiato grazie alla pastorizia.
Non ci sta l’intero comparto agricolo sardo. Non ci stanno gli allevatori, e non ci sta la tradizione che celebra il giorno di Pasqua con l’agnello. E se il web è il luogo dove ora avvengono le più grandi battaglie ideologiche, è sulla piattaforma della rete che parte l’idea di Giuseppina.
L’invito a tutti i sardi e no, è di postare con l’hasthtag #boicottachiboicottalagnello, le foto dei nostri pranzi pasquali a base di agnello.
“Sarà la dimostrazione – continua Giuseppina - che il lavoro di migliaia di allevatori non può essere cancellato da una proposta di legge dettata da isterismi mediatici programmati. Massimo rispetto per le scelte di tutti i consumatori (carnivori, vegani, vegetariani…) ma massimo rispetto anche per la dignità delle aziende agropastorali”.