“La primavera è il momento ideale per fare una passeggiata sul territorio, dunque lasciate le pantofole a casa, armatevi di libro e uscite a scoprire i nostri tesori archeologici!”.
Il libro da non dimenticare è Archeologia in Barbagia (casa editrice Zènia di Mario Murru, collana: Archeo), scritto dalla giovane archeologa fonnese Maria Antonietta Mele, in cui come dice don Pietro Puggioni, parroco di Fonni e autore del giornalino Monte Spada, “passione e competenza hanno guidato i passi dell’autrice nello scandagliare il muto segreto delle antiche pietre di Barbagia. Attraverso le foto, i disegni e soprattutto i testi tutto sembra animarsi e diventare suggestivo dialogo con i nostri antenati”.
Il volume, ci spiega l’autrice “presenta le testimonianze archeologiche dell'altopiano barbaricino compreso tra Fonni, Lodine, Gavoi e Mamoiada, dal Neolitico alle chiese campestri di età moderna. Ai capitoli che illustrano un determinato periodo storico (Neolitico/Eneolitico, Età nuragica, Età romana, Età medievale) seguono le schede sui singoli monumenti (domus de janas, nuraghi, tombe di giganti, villaggi...), corredate di foto, coordinate geografiche e una breve descrizione”.
Abbiamo voluto conoscere meglio Maria Antonietta, che ha scritto anche alcuni articoli per labarbagia.net.
È il tuo primo libro?
“Sì, è il mio primo libro. Ho alcune pubblicazioni scientifiche relative all'archeologia del territorio, ho collaborato e collaboro con diverse riviste locali, ma questa è senza dubbio la mia prima monografia concepita per la mia gente e questo angolo di Barbagia”.
Quando nasce la tua passione per l'archeologia?
“Sono appassionata di archeologia da quando avevo otto anni, in particolare da quando ho sfogliato per la prima volta, nel lontano 1993, un sussidiario di storia: ne rimasi talmente affascinata che da quel momento il mio destino era già segnato. Per seguire questa strada ho poi deciso di intraprendere gli studi classici alle superiori e quelli umanistici all'Università. Essere archeologa oggi, nonostante le difficoltà e il precariato che la professione comporta, è per me la realizzazione del mio sogno di bambina, un privilegio che pochi hanno al mondo e di questo sono molto grata alla mia famiglia e alla società”.
Quando hai iniziato a scrivere Archeologia in Barbagia?
Ho iniziato le ricerche nel territorio nel 2009, quando per la mia tesi di laurea decisi di studiare le testimonianze archeologiche dell'altopiano che i fonnesi condividono con i gavoesi, i lodinesi e i mamoiadini: sin dalle prime righe il lavoro è stato concepito per la comunità, con l'obiettivo di fornire a tutti gli strumenti per conoscere e apprezzare il nostro patrimonio archeologico. La tesi venne poi insignita in sede di discussione della lode e della dignità di stampa, e qualche anno dopo una casa editrice locale mi propose la pubblicazione. Archeologia in Barbagia è dunque un lavoro di ricerca di cinque anni completamente autofinanziato, scritto con il cuore per il mio territorio e la mia gente”.
Un’opera quindi che oltre a essere una guida alla scoperta dell’archeologia del territorio, racchiude un significato più grande: l’impegno e lo studio di una giovane locale che si trasformano in un regalo per la comunità barbaricina all’insegna della valorizzazione del vasto patrimonio culturale che ci circonda.
Il libro sarà presentato a Fonni (sabato 10 maggio alle 19 nella biblioteca comunale) a Gavoi il 16 maggio (alle 18 nella sala consiliare) e Lodine il 23 maggio (nella sala consiliare alle 18).