ORANI. “I centri culturali sardi rischiano la chiusura se la Giunta regionale non provvede immediatamente al reintegro dei fondi per la loro gestione tagliati del 50 per cento nella scorsa legislatura”.
Non si è lasciato sfuggire la vetrina importante della conferenza stampa per la festa dell’Europa, il primo cittadino di Orani Franco Pinna, tenutasi lunedì scorso a Cagliari insieme a tre assessori regionali: Raffaele Paci (Programmazione), Elisabetta Falchi (Agricoltura), Virginia Mura (Lavoro), per ricordare che “non c’è tempo da perdere e denunciare il gravissimo ritardo della nuova amministrazione”.
Affermazioni che non sono piaciute a Raffaele Paci che ha ribattuto: “questa non è la sede, oggi è un giorno di festa e dobbiamo festeggiare”.
“Non credo ci sia nulla da festeggiare – è il pensiero del primo cittadino che rischia di ritrovarsi con il museo Nivola chiuso - sto parlando di un problema reale. Non ho intenzione di fare polemica con nessuno ma ho il polso della situazione e so i pericoli che stiamo correndo”.
La festa dell’Europa cominciata oggi a Mandas, farà tappa anche a Orani, giovedì prossimo (15 maggio) in quanto è risultata tra gli otto Comuni sardi che si sono distinti per la spendita virtuosa dei finanziamenti comunitari, grazie ai quali hanno potuto realizzare opere importanti, tra le quali l’ampliamento del museo Nivola, la biblioteca comunale e la Torre Pisana, per citarne alcuni.
“Siamo onorati e felici di questo importante riconoscimento – ci dice Pinna – ma proprio per questo ho sentito l’esigenza di sottolineare questo paradosso: da una parte la Regione incentiva queste importanti opere (in questo caso grazie all’Europa), dall’altra però tagliando i fondi di gestione ci toglie il carburante per poter operare”.
Per questo, riprende il sindaco “mi appello in primis al presidente Pigliaru, persona seria che ho sostenuto dal primo minuto, alla Giunta ed in particolare ai sette consiglieri regionali della Provincia di Nuoro, affinché ci si attivi subito per ridare a queste strutture i soldi necessari per non essere costretti a chiudere i battenti”.