Adesso è ufficiale: il parco eolico di Orani non si farà

Il sindaco Franco Pinna: "è la vittoria della comunità"

Michele Arbau
12/05/2014
Territorio
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Adesso c’è anche l’ufficialità. Il parco eolico di Orani – Nuoro non si farà. Venerdì scorso la Regione ha comunicato formalmente il rigetto del progetto con una lettera inviata alla multinazionale Gamesa e per conoscenza anche ai Comuni di Orani e Nuoro.

Esulta il sindaco di Orani Franco Pinna che ha condotto la battaglia. “E’ la vittoria della comunità e dell’amministrazione. Una piccolo Comune si è opposto ad un colosso ed ha avuto ragione. Questo servirà di esempio anche per gli altri 20 parchi eolici che si vogliono costruire in Sardegna. Non si potrà non tener conto di quanto successo ad Orani”.

Il rigetto non era affatto scontato, anzi. La Gamesa ci ha provato fino all’ultimo. “Hanno chiesto un rinvio al pronunciamento della Conferenza di servizi – ci svela il sindaco – ma la Regione è stata netta respingendo la richiesta e ufficializzando il parere negativo”.

Determinate è stata l’opposizione di Orani, un paese che venuto a conoscenza delle carte ha subito alzato le barricate in difesa del proprio territorio. Sono stati accolti i rilievi portati a Cagliari dal sindaco, a nome della comunità, nella lettera, poi trasformata in delibera. E si è tenuto conto anche del clima e della determinazione della popolazione palesata nelle due assemblee pubbliche di marzo.

“E’ un segnale importantissimo e ricco di significati – secondo Pinna –. Vince l’autodeterminazione. Non è stato accettato un progetto calato dall’alto, l’arroganza di chi si presenta in casa altrui senza bussare, senza coinvolgere la popolazione e la sua amministrazione, con una proposta che non ha altro fine se non quello del profitto”.

“Siamo favorevoli alle energie pulite – precisa il primo cittadino – ma all’interno di un programma chiaro, razionale. Accettare la strada indicataci da Gamesa sarebbe voluto dire incrementare la già sovra produzione di energia senza alcun vantaggio per un’isola dove il costo è superiore al 30 per cento rispetto al continente. Sarebbe voluto dire occupare e deturpare il territorio, svilire le nostre vocazioni e i nostri patrimoni ambientali e archeologici”.

Per questo Franco Pinna vuole che a questa decisione “clamorosa ed eclatante” segua la dotazione della Sardegna “di un piano energetico in modo tale che si scongiurino altre Gamesa e al contrario ci si affidi ai territori ed ai programmi delle comunità”.

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