Parla Ignazio Piras il veterinario che si oppose al vaccino killer contro la lingua blu

"La lingua blu si sconfigge con il vaccino spento. Un danno per i pastori confonderlo con quello di 10 anni fa"

Michele Arbau
06/08/2014
Attualità
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“L’antidoto per la lingua blu è il vaccino spento”. A dirlo è Ignazio Piras l’unico veterinario ad essersi opposto con coraggio dieci anni fa ad iniettare il vaccino killer, il famigerato sierotipo 8, quello che ha fatto scoppiare lo scandalo di questi giorni e che ha causato più danni della malattia stessa.

Abbiamo chiesto al veterinario di Dualchi di fare chiarezza sui vaccini e su come debellare la lingua blu. Come suo solito ha risposto in modo franco e senza peli sulla lingua.

Dieci anni fa Ignazio Piras mise a repentaglio il suo posto di lavoro pur di non iniettare negli ovini quello che a suo dire era un mix deleterio (iniettare i due sierotipi isolati, il 2 ed il 4 insieme all’8 che invece era stato riscontrato solo in un vitello in Campidano, senza tra l’atro nessuna conferma), come poi è stato confermato dai fatti e dall’inchiesta aperta questa estate dalla Procura della Repubblica di Roma.

La prima cosa che vuole precisare è la distinzione tra l’antidoto vivo attenuato e quello spento. “Attenzione – premette – non possiamo fare confusione. Dieci anni fa si utilizzavano quelli cosiddetti attenuati, cioè si iniettavano i virus vivi attenuati, adesso ne stiamo usando uno spento che non comporta nessuna conseguenza per l’animale”.

Ed infatti l’anno scorso, mentre molti tentennavano ed aspettavano direttive regionali mai arrivate, Ignazio Piras vaccinò a tappetto tutte le greggi di sua competenza. I risultati gli hanno dato ancora una volta ragione. Mentre il morbo si diffondeva a macchia d’olio in tutto il territorio regionale con le conseguenze note a tutti, la piana di Noragugume, una delle più fertili per il culicoides imicula, essendovi il fiume Tirso, è rimasta indenne, con un incidenza che sfiora lo zero.

Quest’anno stesso metodo: “ho vaccinato quasi il 90 per cento delle greggi di mia competenza. L’unico modo per sconfiggere il morbo è questo, non abbiamo alternative. Ma ripeto, il vaccino spento non comporta alcuna conseguenza”.

Secondo Ignazio Piras però “dobbiamo essere più organizzati: da una parte serve più informazione, dall’altra una politica regionale veterinaria”.

“L’assessore competente dovrebbe investire molto sull’informazione. Oggi c’è molta confusione sia per ignoranza che per malafede. Si fa confusione con il vaccino scandalo di 10 anni fa. Qualcuno cavalca questa ignoranza invitando a non vaccinare, mentre altri pastori, diffidenti, hanno paura di far pungere le proprie bestie. Ripeto l’unico arma che abbiamo per sconfiggere la lingua blu è il vaccino spento che non comporta nessuna conseguenza alle pecore”.

Dall’altra però il veterinario chiede programmazione. “Stiamo rischiando di trascorrere altri 10 anni inutilmente. L’anno scorso la patologie è esplosa in modo virulento perché l’insetto ha trovato le greggi fertili. Dopo cosi tanto tempo senza vaccinare non erano più immuni”. In poche parole dopo dieci anni siamo punto e a capo e “rischiamo di commettere gli stessi errori” continua Piras secondo il quale “l’Istituto zooprofilatico quest’anno avrebbe dovuto monitorare delle greggi sentinella. Dobbiamo conoscere tutto. Reazioni post vaccinale, sapere quando le pecore sono immuni ecc. Se vogliamo sconfiggere il morbo serve studiare, lavorare con costanza. In questo mondo non serve improvvisazione, altrimenti si rischia di fare più danni della malattia stessa, come ci insegna il 2004”.

Altro paradosso che costa caro agli allevatori è il blocco della movimentazione. “La lingua blu non si contagia da animale ad animale, neppure con una trasfusione di sangue e nemmeno con la saliva. Imporre il blocco della movimentazione non ha senso, anzi spesso sarebbe stato più utile sportare il gregge in terreni “più freddi”. Per non parlare poi delle vacche. Con il blocco hanno causato danni enormi agli allevatori. Stiamo parlando di un portatore sano che non rappresenta alcun pericolo”.

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