Referendum Scozia. Cugusi: "saltiamo gli steccati e costruiamo il fronte sociale e culturale dell'autodeterminazione"

Claudio Cugusi, coordinatore provinciale di Cagliari La Base
19/09/2014
Politica
Condividi su:

Se anche fosse vero che i no prevalgono sui sì, di pochissimo ma prevalgono, il fronte scozzese è così vasto che questo voto referendario ha un enorme significato politico per la Scozia, per l'Unione europea e per tutte le nazioni ancora senza un proprio Stato come la Sardegna.

Il voto scozzese, insomma, non potrà essere archiviato né da Londra né da Bruxelles come uno scherzo di fine estate e sancisce comunque una condizione, assolutamente precaria, di separati in casa per gli scozzesi indipendentisti.

E in Sardegna? Bisogna saltare gli steccati e i muretti sardi, iniziare a parlarsi tra pari e tra uguali, coltivare la cultura del dialogo e dell'ascolto reciproco con i movimenti e i partiti identitari come la Base. E' necessario individuare un filo comune, un denominatore collettivo e costruire così il fronte culturale e sociale dell'autodeterminazione. Chi ci sta ci sta e chi non ci vuole stare si esclude da solo: sono convinto che il popolo sardo, che oggi soffre come non mai per le durissime condizioni nelle quali versa l'Isola, abbia chiaro come dall'autodeterminazione della Sardegna derivino soltanto vantaggi per tutti. Soprattutto per chi è oggi svantaggiato.

C'è un percorso di liberazione da fare per il nostro popolo, in cammino da tempo come quello corso e catalano. E i percorsi della libertà non sono sempre lineari: troppi fattori, soprattutto economici, li condizionano. Ma chi rifiuta la strada dell'indipendenza e dice che prima vengono altre esigenze ci prende in giro. E' molto meglio per tutti se il nostro futuro e pure il presente lo possiamo decidere direttamente noi. A cominciare dal tema dei poligoni e delle servitù passando per le entrate, i trasporti e i tributi.

Una Sardegna libera potrà federarsi con l'Italia o fare Stato europeo con la Corsica. O fare altro ancora. Ma dobbiamo deciderlo per forza adesso? Io credo che adesso ci spetti altro: il dovere del dibattito su questo enorme tema, dentro la Base e nella società sarda tutta. E poi il dovere delle decisioni concrete e razionali. Non emotive, non solitarie e non impraticabili.

Leggi altre notizie su labarbagia.net
Condividi su: