Lingua blu: indennizzi finalmente in arrivo (?). Ritardi ingiustificati e comunicazione pessima

Efisio Arbau: "con i pastori bisogna essere chiari. Le modalità di pagamento devono essere definite nel dettaglio"

a cura della redazione
23/10/2014
Attualità
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Un travaglio lungo e doloroso quello che stanno vivendo i pastori per ottenere gli indennizzi per la lingua blu. Dopo la fulminea approvazione della “legge Arbau” (unica legge di iniziativa consiliare che sia arrivata all’approvazione in tempi così brevi), qualcosa non ha funzionato.

L’assessore competente, è notizia di ieri, ha tuttavia detto che si sta procedendo, finalmente, “a trasferire – testuale - ai Comuni le risorse destinate agli allevatori”.

La storia di questa legge la conosciamo. Come aveva detto in campagna elettorale, il consigliere de La Base Efisio Arbau, il giorno stesso dell’insediamento ha depositato, insieme ai colleghi del gruppo Sardegna vera Gaetano Ledda, Michele Azara e Raimondo Perra, la proposta di legge per mettere a bilancio i soldi per il mancato reddito (delle pecore morte ed infette).

Approvata dal consiglio all’unanimità la legge ha subito una serie di incomprensibili ritardi. Si è cominciato montando un caso sul patto di stabilità. Inesistente, come si è dimostrato immediatamente, posto che era chiaro a tutti in maggioranza che l’accordo con lo Stato era in dirittura di arrivo. Superato quello che sembrava l’insormontabile ma unico ostacolo, è arrivata la Ragioneria dello Stato che ha chiesto al Governo di impugnare la legge per cavilli burocratici astrusi. Problema sciolto come neve al sole grazie alla decisione del premier Renzi.

Arrivano i soldi? Macché. A settembre a Sedilo durante un convegno emerge che ci sarebbero dei problemi “con l’Europa”. L’assessorato rielabora (nel senso che ne fa una nuova) la delibera con la quale si dava il via ai pagamenti e ne chiede la registrazione in Europa.

I soldi alla fine arriveranno a destinazione. Ma in due momenti: subito il mancato reddito delle pecore morte e fra qualche mese (per quello che si legge nei comunicati) l’indennizzo per le pecore infette (il 20% dell’intero gregge oggetto di focolaio).

C’è da registrare però una comunicazione pessima che ha lasciato i pastori in balia delle voci da bar e di quelle fatte trapelare da qualche funzionario, o da chi ha avversato una legge nata in consiglio regionale. Un atteggiamento da irresponsabili anche perché stiamo parlando di aziende che devono programmarsi l’annata, che hanno spese, debiti. E poi non è giustificato questo ritardo. La politica deve sapere assumersi le proprie responsabilità. Non può inseguire e farsi guidare dalla burocrazia. Fuori dal palazzo la situazione non è rosea e la tempistica è fondamentale. Un buon politico questo dovrebbe saperlo.

“Bisogna essere chiari con i pastori - sottolinea Efisio Arbau - tempi certi e modalità di pagamento definite pure nel dettaglio”.

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