La Coldiretti scrive ai sindaci della zone interne: "il refresh è un problema serio e reale"

a cura della redazione
21/11/2014
Attualità
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"Il problema del refresh è reale e serio, per questo va affrontato immediatamente e con determinazione. Oltre ad essere un ingiustizia, lo riteniamo fondamentale per il presente ed anche per il futuro della nostra agricoltura, perché in ballo ci sono diversi milioni di euro".

A dirlo sono il presidente e il direttore regionale di Coldiretti Battista Cualbu e Luca Saba.

“E’ necessario – dicono - che tutta la politica sarda si mobiliti affinché il ministero riconosca ed Agea prenda atto, come da accordi precedenti, le peculiarità e specificità del nostro territorio come del resto recita l’articolo 4 del regolamento UE 1307 del 17 dicembre 2013, che consente agli Stati membri  di ‘considerare prato permanente, i terreni pascolabili che rientrano nell'ambito delle pratiche locali tradizionali, qualora nelle superfici di pascolo non siano tradizionalmente predominanti erba e altre piante erbacee da foraggio’”.

Insomma serve un’azione unitaria di tutta la politica sarda. Solo cosi possiamo risolvere definitivamente la questione a nostro favore.

“Per questo – continuano - abbiamo inviato una lettera ai Consiglieri regionali ed ai Parlamentari, ed oggi anche ai sindaci delle zone interne (quelle maggiormente penalizzate), cioè a coloro che presidiano il territorio e sono a contatto diretto con le problematiche del territorio, affinché si mobilitino per la convocazione del tavolo istituzionale sui pascoli”.

“Stiamo avendo dei riscontri positivi - concludono - e ci stiamo già coordinando per portare nelle sedi dovute le nostre rivendicazioni. Non riusciamo a comprendere l’atteggiamento di chi, pur ricoprendo ruoli di responsabilità nel settore, cerca di sminuire il problema sottovalutandolo”. 

La lettera.

Egregio Sindaco,

come saprà le aziende agricole sarde rischiano di perdere diversi milioni di euro di premi comunitari a causa della nuova interpretazione data dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) delle superfici territoriali sarde.

Nell’aggiornamento della propria banca dati grafica, avvenuto lo scorso anno, infatti, seguendo direttive europee molto più restrittive rispetto all’ultimo rilevamento avvenuto nel 2010, l’Agea ha penalizzato quelle regioni come la Sardegna caratterizzate da un’alta estensione della macchia Mediterranea. Il bosco, infatti, che in questi tre anni ha aumentato la superficie (secondo Agea) di 274.442 ettari, non è più eleggibile a superficie agricola utile (SAU). Ma ad aumentare sono state anche le aree non coltivabili (36.309) e le tare (3.537).

Questo significa che le nostre aziende perderanno diversi milioni di euro. Inoltre si avranno ripercussioni negative anche sull’avvio della nuova PAC visto che i nuovi titoli verranno assegnati in base agli importi che gli agricoltori percepiranno nel 2014 e la superficie utile dichiarata nel 2015.

E come se non bastasse, oltre alla perdita dei contributi, si profila per diversi imprenditori agricoli anche la beffa di dover restituire premi già ricevuti e dover pagare delle sanzioni in quanto il progetto refresh è retroattivo.

Insomma saranno sanzionati dallo stesso ente che ha dettato le regole e che a partita in corso ha deciso di cambiarle.

Le conseguenze di questo nuovo corso si stanno già facendo sentire nelle aziende agricole. Di 29mila domande di PSR e PAC ben 4657 sono bloccate per anomalie particellari, la maggior parte derivanti proprio dal nuovo refresh.

Riteniamo che questa sia un’ingiustizia che va rigettata in quanto se si materializzasse comprometterebbe il futuro di molte imprese agricole.

Si penalizza quella che è la specificità del territorio sardo, in quanto vengono esclusi da terreno agricolo pascolativo migliaia di ettari di superfice adibita al pascolo per il bestiame. Una pratica, tra l’altro, che ben si concilia con la filosofia agroambientale della UE volta ad incentivare un’agricoltura estensiva e compatibile con l’ambiente.

E’ giunto il momento, secondo noi, di far emergere e riconoscere in sede Parlamentare la peculiarità  del territorio sardo, dove la presenza di macchia mediterranea e di pascoli arborati caratterizza il paesaggio rurale e dove l’attività agricola ben si integra con questi endemismi. Perciò per la Sardegna devono essere utilizzati criteri diversi per l’attribuzione dei codici.

Per riuscire in questa battaglia abbiamo chiesto la convergenza di tutti i nostri rappresentanti in Consiglio regionale e nel Parlamento italiano, ma reputiamo di fondamentale importanza l’impegno in prima persona dei sindaci, di chi presidia il territorio e conosce da vicino, perché le tocca con mano, le problematiche dei propri concittadini.

Davanti a tematiche di questo tipo, fondamentali per il futuro dell’agricoltura isolana, la politica tutta deve smettere i colori di partito e puntare la prua verso un’unica direzione: la classificazione dei suoli sardi e le sue specificità dovranno essere risolte una volta per tutte a nostro favore.

Dalla nostra, oltre alle riconosciute peculiarità, abbiamo anche degli studi scientifici condotti dai ricercatori dell’Università di Sassari ed in particolare dal professor Giuseppe Pulina, in cui si dimostra come queste formazioni abbiano un ruolo fondamentale nell’alimentazione del bestiame e non solo.

Sicuri di un suo favorevole riscontro l’occasione è gradita per porgerLe i nostri distinti saluti.  

Il Presidente                                                                                                               
Battista Cualbu    

Il Direttore

Luca Saba                                                                                                                                

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