"Controlliamo gli animali che arrivano in Sardegna" è la proposta di legge di Sardegna Vera

Ufficio Stampa Sardegna Vera
28/01/2015
Comunicati Stampa
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"Tutti gli animali che varcheranno i confini sardi dovranno essere sottoposti a controlli sanitari".

E' quando prescrive la proposta di legge del capogruppo di Sardegna vera Efisio Arbau sottoscritta anche dagli altri tre componenti del gruppo (Gaetano Ledda, Michele Azara e Raimondo Perra).

“Il presente progetto di legge  - spiega Arbau - pone una semplice regola base per una Regione a forte vocazione zootecnica come la nostra: quella del controllo sanitario preventivo degli animali vivi che vengono introdotti nel nostro territorio. Controlli che, in linea con la normativa europea, saranno effettuati a campione nelle stalle di sosta che sorgeranno nei porti grazie alla libera iniziativa imprenditoriale (evitando pertanto altri costi per le casse pubbliche)”.

L’obiettivo della proposta “non è quello di discriminare o ostacolare la libera circolazione degli animali provenienti da altre regioni o Stati, ma vuole verificare che questi rispondano ai requisiti europei e in particolare rispettino le condizioni in materia di identificazione. Inoltre tra le altre cose si verificherà che provengano da un'azienda o da un centro o organismo soggetti a regolari controlli veterinari ufficiali; siano accompagnati durante il trasporto dai certificati sanitari e dagli altri documenti previsti; non siano originari di aziende o regioni soggette a restrizioni a causa del sospetto o dell’esistenza di alcune malattie; siano originari di uno Stato o di una regione che offre garanzie sanitarie sufficienti rispetto allo Stato destinatario; siano trasportati conformemente alle norme vigenti sull’igiene. In caso di inosservanza di tali norme sono previste ovviamente delle sanzioni.

In poche parole chiediamo pari condizioni in ordine agli elevati costi che sopporta il nostro sistema zootecnico per il controllo sanitario degli animali allevati in Sardegna. Costi – sottolinea il consigliere - divenuti insostenibili se riferiti alle diverse epidemie che si sono succedute negli anni per una mancanza totale di programmazione e controlli”.

La politica veterinaria risulta, dunque, complementare alle strategie commerciali che una comunità regionale come la nostra intende intraprendere.

"In Sardegna – conclude senza giri di parole - manca una seria politica di sanità veterinaria. Lo dico riferito al sistema che sino ad oggi abbiamo conosciuto e che in parte potrebbe essere superato con la recente normativa licenziata dal Consiglio regionale, in particolare per quanto attiene alla materia di coordinamento da parte del competente Assessorato alla Sanità".

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