Coldiretti: “sul refresh è necessaria una presa di posizione netta da parte della Regione”

Ufficio stampa Coldiretti
09/02/2015
Attualità
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“Sulla questione refresh siamo troppo lenti e rischiamo di perdere il treno”. Coldiretti Sardegna dopo aver sollevato l’argomento a novembre torna a sollecitare con forza la Giunta regionale e chiede un’azione unitaria anche dei Parlamentari sardi.

Cosa chiede la Coldiretti. Come più volte sottolineato l’aggiornamento grafico della banca dati dell’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura (Argea), effettuata nel 2013, ha penalizzato non poco le aziende agricole sarde che rischiano di perdere diversi milioni di euro di premi comunitari in quanto non si è tenuto conto delle peculiarità del nostro territorio, caratterizzato da un’alta estensione della macchia Mediterranea. Ma proprio le specificità locali sono oggetto di deroga come recita  l’articolo 4 del regolamento UE 1307 del 17 dicembre 2013, che consente agli Stati membri di “considerare prato permanente, i terreni pascolabili che rientrano nell'ambito delle pratiche locali tradizionali, qualora nelle superfici di pascolo non siano tradizionalmente predominanti erba e altre piante erbacee da foraggio”.

Per questo la Coldiretti attraverso il presidente e il direttore regionale Battista Cualbu e Luca Saba ha chiesto ai rappresentanti politici sardi in Consiglio regionale e in Parlamento un’azione unitaria, che vada aldilà dei colori politici, affinché “il ministero riconosca ed Agea prenda atto, come da accordi precedenti, le peculiarità e specificità sulla base di quanto recita l’articolo 4 del regolamento UE 1307”.

“Lo stallo sulla questione comincia a preoccuparci – ribadiscono oggi –, per questo chiediamo che sia il presidente Francesco Pigliaru ad intervenire direttamente per risolvere il problema una volta per tutte. Inoltre – continuano Cualbu e Saba – ci appelliamo anche ai nostri Deputati e Senatori affinché si faccia fronte comune per l’approvazione del decreto del ministero dell’Agricoltura che porterebbe a riconoscere le specificità del suolo sardo scongiurando in questo modo la perdita dell’eleggibilità di migliaia di ettari e dunque di diversi milioni di euro”.
 

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