Per mangiare sano dobbiamo mangiare sardo: i nostri prodotti sono i più sicuri

Coldiretti Sardegna
10/04/2015
Attualità
Condividi su:

 I prodotti alimentari italiani sono dieci volte più sicuri di quelli extracomunitari per quanto riguarda il contenuto in residui chimici. Lo afferma la Coldiretti in occasione della giornata mondiale della sicurezza alimentare svoltasi due giorni fa, sulla base dell'ultima relazione dell'Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa).

"Quando diciamo di consumare prodotti locali e di favorire la filiera corta lo facciamo a ragion veduta pensando non solo al lavoro dei nostri produttori ma anche alla salute dei nostri concittadini e della nostra terra" dice Battista Cualbu presidente di Coldiretti Sardegna.

Appena lo 0,6 per cento dei prodotti Made in Italy, contiene residui chimici oltre il limite mentre la percentuale sale all'1,4 per cento per i prodotti di origine comunitaria e addirittura al 5,7 per cento per quelli extracomunitari.

"E' frutto dell'impegno degli agricoltori italiani e dei sardi in particolare, che si distinguono per una agricoltura da record a livello internazionale per sicurezza alimentare e rispetto ambientale. Il made in Italy vanta infatti il maggior numero di certificazioni alimentari a livello comunitario, la leadership nel numero di imprese che coltivano biologico, ma anche il primato nella creazione di valore aggiunto per ettaro e quello della sostenibilità dal punto di vista ambientale per la ridotta emissione di gas ad effetto serra".

"Mangiare sano mangiare sardo per noi non è un semplice slogan – continua sulla stessa linea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – ma il leitmotiv del nostro operare quotidiano. I mercati di Campagna Amica ne sono un esempio".

"La serietà e la sicurezza dei nostri prodotti è certificata e i "consumatori" lo sanno e ce lo testimoniano con la loro presenza – continua Battista Cualbu –. La conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, è arrivata anche dalla consultazione online del ministero delle Politiche agricole, dove è emerso che l'82% dei cittadini è disposto anche a pagare di più pur di avere la certezza di mangiare cibi made in Italy. Meno sensibile al tema ci sembra il mondo politico che tentenna nello stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata in tutti gli alimenti o, a livello regionale, nel favorire la presenza dei prodotti nostrani nelle mense scolastiche".

 

Leggi altre notizie su labarbagia.net
Condividi su: