Latte in polvere. Per Coldiretti "il tradimento di Assolatte penalizza tutta la filiera"

"Ci auguriamo una presa di distanza degli industriali caseari sardi"

a cura della redazione
30/06/2015
Attualità
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“La notizia che a sollecitare la diffida della Commissione Europea nei confronti dell’Italia per porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale n. 138 dell’11 aprile del 1974, sia stata l’associazione delle Industrie lattiero casearie (Assolatte) ci rammarica – commentano il presidente e il direttore di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e Luca Saba.

“Si tratta, come dice bene il nostro presidente Roberto Moncalvo di un caso di alto tradimento del Made in Italy da parte di una associazione che ha agito contro gli interessi dell’agroalimentare nazionale e di parte dei suoi associati impegnati nel garantire la qualità e la tipicità della produzione lattiero casearia tricolore. Ma si tratta anche di una scelta sicuramente poco lungimirante perché in questo modo forse si avranno dei riscontri economici immediati ma alla lunga sarà tutta la filiera ad esserne penalizzata”.

Per questo continua il presidente Battista Cualbu “ci auguriamo una presa di distanza da parte degli industriali caseari sardi verso politiche miopi. La strada che premia, da noi caldeggiata, è sempre quella della trasparenza e della qualità della quale la nostra regione è ricca. Continuiamo e insistiamo, come facciamo ormai da oltre un anno, rivolgendoci anche alla Regione, nel chiedere l’accordo interprofessionale. Questo ci consentirebbe – continua Battista Cualbu - di dar vita ad un Piano di Regolazione dell’offerta per il Pecorino romano coinvolgendo tutta la filiera ovicaprina coordinata dalla Regione. In pratica tutti gli attori della filiera agirebbero in modo coordinato, fissando i quantitativi di latte da destinare alla produzione del Romano, inserendo di fatto un elemento stabile nella dinamica di formazione del prezzo sul mercato. Si creerebbe cosi una cabina di regia che andrebbe a stabilizzare le performance del Pecorino romano, innestando elementi di governabilità in un sistema che, altrimenti, rischia di autoalimentare nuove fluttuazioni di prezzo”.

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