La Base: "la buona scuola di Renzi assomiglia a una buona fregatura"

Interperllanza del gruppo guidato dal consigliere di Ollolai Efisio Arbau

a cura della redazione
06/08/2015
Attualità
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"Messa così sembra essere proprio una buona fregatura altro che buona scuola... un boomerang a tutti gli effetti dal momento che l'incertezza del precariato per tantissimi potrebbe trasformarsi in una disoccupazione certa".

Lo sostiene Efisio Arbau, che insieme agli altri due consiglieri regionali de La Base Gaetano Ledda e Michele Azara e a quello del gruppo i Sardegna vera Raimondo Perra hanno presnetato una interpellanza per coinvolgere il consiglio nel problemi conseguenti al decreto, ormai legge, presentato dal Governo Renzi denominato la Buopna scuola in cui si stabiliscono le modalità del piano straordinario per la messa in ruolo di tutti gli insegnanti precari presenti nelle graduatorie e l’immissione in ruolo di oltre centomila docenti in tutta Italia.

"Il relativo bando richiede tassativamente agli insegnanti precari – scrivono i consiglieri - la compilazione di un modulo che li obbliga, entro il termine perentorio del prossimo 14 agosto, a scegliere l’ordine di preferenza fra cento province italiane. Insomma il destino di migliaia di sardi, insegnanti precari da una vita, viene in questo modo affidata ad una procedura informatica automatizzata che assegnerà la prima sede disponibile, in qualsiasi provincia, in relazione al punteggio massimo, attingendo da una sterminata graduatoria nazionale".

"Persino regioni come il Trentino e la Valle d'Aosta – dice Arbau rivolto alla Giunta regionale - che non vivono il disagio dell'insularità, hanno avviato azioni finalizzate a far si che i precari della scuola operino nel proprio territorio regionale scongiurando un eventuale esodo".

"Riteniamo importante coinvolgere le nostre maggiori istituzioni perché si possano individuare possibili soluzioni – continuano Ledda, Azara e Perra - evitando che la triste realtà che vive la scuola sarda si aggravi ulteriormente. Saranno infatti in tanti a dover rinunciare al sogno di un passaggio in ruolo perché questo comporterebbe il trasferirsi lontano dal propria terra imponendo loro di scegliere tra la famiglia e il lavoro".

E purtroppo per molti la scelta sarà obbligatoria perché "questo prezioso e coraggioso esercito di insegnanti precari è composto prevalentemente da donne che per quanto riescano, grazie ad una grande determinazione, a conciliare lavoro e famiglia, non sono ancora dotate del dono dell'ubiquità. La famiglia avrebbe comprensibilmente la priorità sul lavoro costringendole a rinunciare alla loro attività ed a subire di conseguienza danni dal punto di vista economico e professionale. Altro che sostenere le quote rosa" concludono.

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