Milioni di euro che non arrivano da anni, altri che vengono chiesti indietro e tanti altri ancora che rischiamo addirittura di restituire per incapacità programmatica. E’ la realtà dell’agricoltura sarda dove, nonostante gli sforzi degli imprenditori agricoli, ad innovare e migliorare la qualità delle produzioni e dell’ambiente, questi si devono scontrare con una burocrazia cieca che pone solo degli ostacoli.
“Purtroppo sui premi comunitari non c’è alcuna certezza – dice Renato Molinas allevatore di Calangianus - la nostra azienda conta diverse migliaia di euro di credito, tra premio unico, biologico, indennità compensativa. Ma anche i soldi della misura 122 sul rimboschimento non sono ancora arrivati nonostante abbiamo sostenuto dei costi. Siamo arrivati al punto che ci sono aziende che rifiutano misure importanti come quest’ultima perché non riescono ad anticipare soldi che non sanno quando e se saranno restituiti. Solo per il 2013 – sostiene Molinas – alla nostra azienda non sono arrivati circa 40mila euro a causa del refresh. Ma abbiamo premi arretrati anche negli anni precedenti. La Coldiretti – spiega - si è attivata a tutti i livelli per sbloccare le pratiche. Il problema non è tecnico ma solo politico, serve un forte intervento da parte delle istituzioni che però non c’è stato e continua a non esserci”.
E su questo punto l’allevatore di Calangianus non ha dubbi: “lo dico a ragion veduta. Abbiamo un’azienda anche in Toscana dove sono puntualissimi con le liquidazioni dei premi. Lì le istituzioni sono amiche delle imprese qui cercano di affossarti”.
“La situazione peggiora di giorno in giorno – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - sta colpendo persone in carne e ossa e penalizzando le aziende come dimostra il caso Molinas che purtroppo non è isolato. Adesso stiamo combattendo anche con i casi di refresh, dove Agea oltre a chiedere i soldi indietro, li sta già trattenendo alla fonte dai vari premi comunitari. Nove mesi fa quando come Coldiretti Sardegna sollevammo il problema refresh, e paventammo anche il rischio beffa di dover restituire i soldi indietro, chiedendo un intervento unitario della politica sarda, dalla Giunta ci accusarono di allarmismo. I nodi – conclude Cualbu – ahinoi arrivano sempre al pettine e a pagare sono sempre gli agricoltori e i pastori”.