Contas: “l'agnello di Sardegna Igp ha delle qualità uniche che stiamo valorizzando con un lavoro di squadra”

redazione
25/11/2015
Attualità
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L'obiettivo è fare sistema per tutelare e promuovere la carne di agnello sardo.

“Il riconoscimento del marchio di origine è uno strumento importante – sostiene il presidente del consorzio di tutela della Igp agnello di Sardegna Battista Cualbu - che se valorizzato e sfruttato in tutte le sue potenzialità ha un valore fondamentale per la tutela dei produttori e dei consumatori”.

“Stiamo lavorando – prosegue il presidente - per coinvolgere tutta la filiera, i consumatori, l'università, le istituzioni, i cuochi, le scuole, le famiglie e i medici. Dobbiamo fare sistema e ognuno nel suo campo deve impegnarsi per promuovere e valorizzare l'agnello sardo. Percorso che va esteso a tutte le produzioni made in Sardinia, perchè dobbiamo capire che in questo modo non aiutiamo solo l'economia dei pastori e degli agricoltori ma anche la nostra salute, la cultura, l'identità e l'ambiente”.

Il consorzio conta oggi 3874 soci, dei quali 3838 sono pastori, 34 macellatori e 2 porzionatori. Nel 2014 dei circa 1.200.000 agnelli sardi macellati, la meta, 570.000 erano certificati con il marchio Igp.

“Siamo ambiziosi e puntiamo a certificare la totalità degli agnelli nati, allevati e macellati in Sardegna. Il Consorzio deve diventare la casa di tutti – spiega Battista Cualbu -. A noi del consiglio di amministrazione il compito di coinvolgere tutti i nostri colleghi. L'agnello è un prodotto caratteristico delle nostre aziende che ha un valore importante visto che incide per il 25 per cento nella voce entrate. Il marchio di origine ci tutela innanzitutto dalle frodi di chi inganna il consumatore spacciando per sardo un prodotto che non lo è. Filiera questa in continua crescita ed espansione che ci penalizza direttamente ed alla quale dobbiamo contrapporre unità e informazione”.

Il consumo di carne di agnello è molto basso. Dei 73 kg di carne che si mangiano in media ogni anno in Italia, solo 1 è di agnello (1,3%). 500 grammi in meno rispetto al 2000. Inoltre il consumo è fortemente legato alle tradizionali feste di Natale e Pasqua.

“Se siamo bravi nella comunicazione e nel cogliere i cambiamenti della società, con alcuni semplici accorgimenti possiamo accrescere il valore ed il consumo di carne di agnello sardo Igp – commenta fiducioso Battista Cualbu –. Stiamo parlando di animali allevati rispettando il benessere animale, nutriti con latte materno da pecore che vivono allo stato brado o semibrado. Un prodotto sano e genuino che ha delle qualità nutrizionali uniche che fanno bene alla salute dell'uomo come ci testimoniano le ricerche e gli studi dell'università di Sassari, ed è ritenuto fondamentale dai pediatri per lo svezzamento e la crescita dei bambini”.

“Si stanno affermando sempre di più nuove tendenze alimentari – spiega la direttrice del Consorzio Patrizia Pitzalis - e si riserva maggiore attenzione a stili di vita più salutistici. Il consumatore è più attento alla provenienza e alla qualità del prodotto. Inoltre ci sono nuove etnie con tradizioni diverse dalle nostre come i musulmani. Target ed esigenze che l'agnello di Sardegna rispetta e può soddisfare. Con la certificazione Igp, infatti, il consumatore può ritenersi tutelato – rassicura -. Gli agnelli si distinguono da quando sono ancora in ovile con gli auricolari di colore verde. Poi sono tracciati tramite i registri e il foglio rosa fino alla macellazione. Infine nell'etichetta è chiara la sua provenienza”.

“Anche le istituzioni possono dare un grosso contributo – dice ancora la direttrice -, basti solo dire che in questo momento nella mense scolastiche e pubbliche la presenza dell'agnello è molto limitata”.

“Ci stiamo muovendo su più fronti all'interno dell'unico disegno di lavorare tutti insieme nella stessa direzione – conclude il presidente Battista Cualbu -. Abbiamo avviato una collaborazione anche con la grande distribuzione – ricorda – con la quale è stato firmato un protocollo di intesa insieme al ministero alla Politiche Agricole, in cui ci si impegna a dare maggior spazio e visibilità all'agnello Igp. Oltre che con le scuole alberghiere e con i cuochi per diffondere e proporre nuove ricette a base di carne di agnello”.

 

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