Aumento record del reddito medio agricolo: primi in Europa

Coldiretti: “è un settore dinamico ma con troppe contraddizioni: è in corso il tentativo di deprimere il mercato del Pecorino romano”

a cura della redazione
16/12/2015
Attualità
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L'agricoltura in controtendenza, conferma di essere il settore più in salute. Nell’anno di Expo il reddito reale per lavoratore degli agricoltori in Italia registra un aumento medio dell’8,7% rispetto al meno 4,3% a livello europeo, anche se tuttavia permangono aree di crisi: dal latte vaccino alla carne fino ai cereali dove i ricavi non riescono a coprire neppure i costi di produzione.

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su dati Eurostat relativi al 2015 dai quali si evidenzia che l’Italia batte nettamente la Germania che si trova al fondo della classifica europea con una riduzione record del 37,6% nei redditi agricoli.

 

Con un aumento record del 26,1% del reddito reale la Penisola agricola si conferma leader europea anche degli ultimi cinque anni, mentre in fondo si posizionano la Germania (-35,3%) e la Finlandia (-53,7%) nel periodo 2010-2015.

 

Il 2015 si conferma dunque come l'anno del definitivo rilancio per l'agricoltura. I dati Istat relativi al terzo trimestre di quest'anno indicano anche un aumento record del Pil: un +3,7 per cento rispetto al 2014. Nessun altro settore produttivo ha fatto meglio. Emerge una crescita del settore primario quattro volte superiore a quella dell’industria (+0,9 per cento) e cinque volte ai servizi (+0,5 per cento).

 

Il segno positivo ce l'hanno anche le esportazioni dell'agroalimentare: più 27 per cento nei primi nove mesi dell'anno.

 

Un boom che traina anche le assunzioni nelle campagne italiane: nel 2015 i giovani lavoratori agricoli indipendenti sono aumentati del 35 per cento rispetto all’anno precedente, tanto che gli under 34 anni che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole hanno superato le 70mila unità.

 

Il successo dei giovani traina l’occupazione generale nel settore agricolo che segna un incremento del 6,2 per cento nel numero di occupati, dieci volte superiore al valore medio totale dell’intera economia nel primo trimestre dell’anno.

 

Questo trend positivo conferma che la terra è alleata dell'uomo e premia le pratiche virtuose dei suoi operatori – commenta con una punta di orgoglio il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I dati nazionali rispecchiano l'andamento isolano dove siamo trascinati dalle eccellenti prestazioni del Pecorino romano e dunque della pastorizia anche se, sopratutto in questo periodo, risente del generale calo delle vendite della carne”.

 

I bilanci delle aziende sono condizionati anche dal modello di sviluppo con risultati più positivi per chi ha scelto di puntare sulla distintività e sulla multifunzionalità. L’Italia è leader in Europa per prodotti a denominazioni riconosciuti, imprese orientate al biologico ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%). Il modello produttivo dell’agricoltura italiana è campione anche nella produzione di valore aggiunto per ettaro che è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi”.

 

La crisi ci sta ricordando il valore dell'agricoltura e dei suoi frutti – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. E' un lavoro duro che richiede tanti sacrifici e sforzi ma che sa ricambiare con grandi gratificazioni e benefici per tutta la società. Un mestiere che una società accecata da uno sviluppo repentino e scoordinato stava cercando di eliminare ma che oggi riconquista anche il suo prestigio sociale. Lo corroborano il fatto che un genitore su tre (29 per cento) consiglierebbe ai propri figli di fare l’agricoltore e che ben il 55 per cento sarebbe contento se il figlio o la figlia sposasse un agricoltore”.

 

Il suo maggior appeal – continua il direttore - lo ha nei giovani: in Italia si trova probabilmente il maggior numero di giovani agricoltori dell’intera Unione Europa (con quasi 48mila titolari under 35). Inoltre, come ci dice un sondaggio Coldiretti/Ixe’, il 57 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18 per cento) o fare l’impiegato in banca (18 per cento)”.

 

Il nostro è un settore dinamico che ha sempre saputo rinnovarsi e innovarsi; è lo zoccolo duro della nostra economia e oggi conferma di essere strategico per la ripresa del Paese e della Sardegna – analizza il presidente regionale della Coldiretti -. Tuttavia permangono ancora delle grandi contraddizioni e distorsioni che la condizionano. Una paradossale ed eclatante la stiamo vivendo in questi giorni e riguarda il Pecorino romano che sta tirando alla grande nei mercati. Contro le elementari logiche dell'imprenditoria c'è qualcuno impegnato nel tentativo di deprimere il mercato. Il trend positivo ha rotto il monopolio portando risultati positivi per tutta la filiera. Oggi qualcuno è disposto ad abbassare il prezzo pur di tornare a su connottu. La grande sfida rimane quindi quella di portare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gli agricoltori e allevatori la giusta redditività. Molto deve e può fare la politica che continua a trascurare o comunque a non dare la giusta attenzione al comparto”.

 

 

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