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OLZAI. Biglietti gratis alla mostra "A sos amigos artistas"

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"Abbiamo deciso di offrire la possibiità di visitare gratuitamente per i mesi di gennaio e febbraio 2019  la Mostra "A sos amigos Artistas",  una collezione  di alto livello che raggruppa tra i maggiori Artisti Sardi, uniti nel ricordo del grande cantore della Tradizione Sarda: Antioco Casula Montanaru. Si tratta di un gesto che va oltre la semplice visita al Museo Carmelo Floris, ma di un atto di riconoscenza verso tutta la Sardegna, alla sua millenaria tradizione e bellezza che deve trovare in Barbagia un momento di unione e condivisione". E' l'annuncio della amministrazione comunale guidata da Ester Satta sulla possibilità, già sperimentata in altre realtà italiane dove si può entrare gratis in alcune giornate al mese, di accesso gratuito al museo e alla mostra inaugurata in occasione di Cortes Apertas, a metà novembre. Si tratta di un percorso che proietta il visitatore negli ambienti artistici del primo sessantennio del '900, dove il fermento culturale permeava il centro Sardegna con personalità come Montanaru, Floris, Dessy. 

Marzia Marino, direttrice del Museo e curatrice della mostra "A Sos Amigos Artistas", spiega come è nato il progetto della mostra ideata sulla "documentata amicizia tra il pittore Carmelo Floris e il poeta desulese Antioco Casula, "Montanaru", che a Carmelo Floris e agli altri suoi amici artisti dedicò la lirica "A sos amigos artistas". Francesco Ciusa, Giuseppe Biasi, Remo Branca, Cesare Cabras, Mario Delitala, Stanis Dessy, Filippo Figari, Giovanni Battista Rossino e, chiaramente, Carmelo Floris, tutti, tranne Stanis Dessy, varcarono la porta della casa di Montanaru a Desulo e furono suoi ospiti. Di loro il poeta, dimostrando una non comune sensibilità, volle segnare, in rime fugaci, le caratteristiche dell'arte e le impressioni che ne conservava. Le 47 opere , - prosegue la Curatrice - in mostra, tra dipinti, piccole sculture e opere grafiche, tutte provenienti da collezioni private, si succedono a loro agio nelle sale della Casa Museo, seguendo il ritmo dei versi del poeta desulese. Ad introdurcele è proprio il poeta, nell'intenso ritratto, dipinto da Carmelo Floris, durante uno dei numerosi incontri, che videro i due confrontarsi sui temi prediletti: le tradizioni, gli uomini, i paesaggi di Sardegna. Usi e costumi che Francesco Ciusa celebra con gli accenti aggraziati di gusto déco della sua produzione ceramica, rintracciabili nelle due maternità in mostra che del costume di Desulo esaltano le linee geometriche. Nei suoi versi Montanaru esalta i colori dei "quadri immortali" di Filippo Figari, gli stessi con i quali l'artista dipinge il Ritratto del fratello Giuseppe, in cui la pennellata divisa, obliqua e filamentosa, è capace di catturare la luce e costruire saldamente spazio e figura. Montanaru ricorda le processioni incise da Carmelo Floris e dipinte da Giuseppe Biasi. Esemplare quella in mostra, realizzata da Biasi nel 1943, che con la sintesi delle forme riesce a suggerire il lento incedere, il movimento fisico e l'andamento psicologico del mesto corteo. "Rocce desolate" quelle di Mario Delitala che ricorrono ancora negli anni Settanta, come si vede in Nuraghe mannu, ora però con un colore libero da ogni costrizione di linea e di prospettiva. A queste si affiancano "le cime deserte e le campagne bruciate" dei paesaggi di Remo Branca, le "semplici visioni" di Cesare Cabras, il segno nervoso di Stanis Dessy, i ritratti di gusto prettamente italiano di Giovanni Battista Rossino, a comporre una mostra che, nel segno dell'amicizia, ricostruisce un mosaico efficace dell'arte sarda del Novecento."

 

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