GAVOI. Primo appuntamento del 2014 con il Premio Tumbarinu d’argento. Oggi alle 21 nell’auditorium dell’istituto Floris verrà proiettato Cosimo e Nicole, un film di Francesco Amato, con Riccardo Scamarcio, Clara Ponsot, Paolo Sassanelli, Andrea Bruschi e Giorgia Salari.
La rassegna promossa dalla Provic Arci si concluderà il 14 febbraio con Reality di Matteo Garrone.
La trama.
Drammatico, durata 101 min. - Italia 2012. Durante il G8 di Genova, un ragazzo italiano soccorre una ragazza francese colpita alla testa da un poliziotto: è amore a prima vista. Anticonvenzionali e vagabondi per natura, tempo dopo, Cosimo e Nicole tornano nel capoluogo ligure, dove trovano impiego presso il service musicale di Paolo, un organizzatore di concerti conosciuto nel sanguinoso luglio del 2001. Quando un immigrato clandestino, lavorando all'assemblaggio di un palco, rimarrà vittima di un incidente, i due faranno una scelta che cambierà per sempre le loro vite.
Parte in trincea il film di Francesco Amato, con una sequenza-prologo in cui si mostra la follia dei fatti di Genova per lasciare subito spazio ad un incontro che ha la forma della predestinazione. A queste due singolarità - che sono già una cosa sola - fa da collante Paolo, personaggio dalla doppia faccia, alla guida del furgone col quale fuggiranno dai blocchi dei poliziotti. Sebbene voglia essere un film sull'amore totalizzante di una coppia e sulle dinamiche ad essa interna, quest'opera seconda, solida e interessante, investe parallelamente una buona varietà di spunti e orientamenti di racconto. La riflessione sociale - al di là del veloce riferimento al G8, che pure funziona per un avvio in medias res - riguarda problematiche più ampie come il lavoro nero e la sfiducia in un paese incapace di produrre una base stabile da cui muoversi verso l'età matura: l'irregolarità dei due giovani amanti, benché passi per vocazione poetica e scelta consapevole, non è distante da quella di molti coetanei che hanno vissuto i loro stessi anni. Cosimo e Nicole, difatti, sono schiacciati da una successione di eventi e di sentimenti, anche apparentemente positivi, come la gratitudine presto mutata in ricatto, contro cui nemmeno l'amore può nulla. Più vittima di loro è l'immigrato clandestino Alioune, uno dei tanti volti senza nome, della cui improvvisa scomparsa nessuno sembra volersi curare.
Il montaggio che alterna le deposizioni-confessioni alla vicenda-causa, l'attenzione alla scena rock italiana (Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena e altri) e i moduli da road movie del terzo atto dimostrano la voglia di confezionare un prodotto al di fuori di un cinema troppo perso dietro a storie piccolo-borghesi. Purtroppo, alcune note particolarmente stonate invalidano la riuscita complessiva: il cliché della baracca in riva al mare e la deriva africana come rifugio e orizzonte - su tutti - sanno davvero di stantio. A un Paolo Sassanelli che ben rende l'ambiguità del suo personaggio, si aggiungono due belle interpretazioni di Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, fisici e spontanei. Cattivo da manuale del cinema francese, Jo Prestia interpreta lo spiantato padre di Nicole.