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Due nuove opere d’arte per il museo di Atzara

Grazie alle donazioni degli artisti Megian e Michelle Pisapia

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Dopo la Pinacoteca comunale Carmelo Floris di Olzai, anche il Museo d’arte moderna e contemporanea Antonio Ortiz Echagüe di Atzara accoglie nella sua collezione due nuove opere realizzate dagli artisti “Megian” e Michelle Pisapia.

Atzara, piccolo centro della Barbagia del Mandrolisai e con un museo d’arte nato da una felice intuizione del compianto maestro Antonio Corriga, apre le porte all'arte contemporanea e, principalmente, agli artisti di nuova generazione capaci di esprimere idee e linguaggi figurativi innovativi.

E nell'ambito di questa politica di incremento della collezione museale, il Consiglio comunale di Atzara ha deciso di accettare  le donazioni di due giovani che stanno emergendo nel panorama artistico isolano: Giovanni Antonio Medda (in arte “Megian”), reduce dal recente successo di pubblico e di critica ottenuto a Olzai con l’iniziativa “Arte & Gastronomia innovativa in Sardegna” e l’artista sardo-canadese Michelle Pisapia che vive ora a Capoterra e, pur non essendo del tutto sarda nelle sue origini, manifesta nelle sue opere forti elementi identitari della nostra isola.

L’opera realizzata dalla Pisapia è un acquerello che rappresenta una “Scomposizione astratta del costume di Atzara”: un omaggio al grande pittore Ortiz il quale – con la memorabile opera raffigurante la “La festa della confraternita di Atzara” conservato al “Museo de San Telmo” di San Sebastian in Spagna – aveva rappresentato magistralmente il costume in tutta la sua esplosione di colori, ricami e raffinatezza.

In quest’opera, Pisapia riprende ed esalta i colori e ricami del costume locale percorrendo, nonostante l’astrazione, una nuova via identitaria della sardità artistica.

Fortemente innovativa anche la seconda opera “Is Zappulus da bistiri” ,un olio su tela realizzato quest’anno da Megian e che, prima della consegna al museo di Atzara, ha attirato l’attenzione della storica dell'arte Marzia Marino: “ L’artista sembra qui guidato da una tendenza astratta e razionale che mira a concettualizzare la percezione, a schematizzare e a strutturare l’immagine per mezzo di un gioco di linee che corrono parallele o si incrociano e si incontrano in varie angolazioni, in geometrismi puri e multipli entro cui il colore, olio e smalto, si distende in zone piatte. I fili, materia pittorica o tessuto, percorrono l’opera; sono lo strumento attraverso il quale le toppe possono essere ricucite, sono la memoria che fluisce, la visualizzazione di tensioni di sentimenti ed emozioni. Coscienza estetica ed etica. Povertà, fame, miseria e subalternità culturale, quella dei Sardi. Ma anche ricchezza, l’oro e l’argento tessuti tra i colori splendenti delle trame degli abiti, immagine ancestrale di quella bellezza ed eleganza che proprio ad Atzara, all’inizio del secolo scorso, catturò l’attenzione e valse l’ammirazione del pittore spagnolo Antonio Ortiz Echagüe al quale il Museo è intitolato”.

Le due opere di Megian e Piasapia sono state consegnate sabato scorso al sindaco di Atzara Walter Antioco Flore (nella foto con Megian).

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